di Stefania Piazzo – La chiave di volta è tutta qui. Nel seguito che Salvini vorrà degnarsi di dare o meno alla visita di Bossi e nella sua proposta a Fontana. “Chi firma gli apparentamenti sei tu, il Comitato è a disposizione per sostenerti, ma devi dire se li vuoi con te o no”. Quelli del “se li vuoi” sono i quattro consiglieri del Comitato Nord passati dalla linea salviniana a quella della rifondazione leghista.
Che la partita in gioco sia importante lo dice il fatto che Umberto Bossi si muova da Gemonio per incontrare il presidente e candidato della Lega. Più di così…
Il Comitato parla e dice poco dopo che il “presidente a vita della Lega Nord”, chiede “a Fontana di farsi parte attiva con gli alleati di coalizione al fine di riconoscere il Comitato Nord come lista all’interno della coalizione di centrodestra in appoggio al Presidente Fontana”.
La lista c’è e ha i requisiti per non dover raccogliere le firme. Politicamente è abile e arruolata. Quel che resta da capire è fino a che punto Salvini esibirà e ostenterà sicurezza tanto da continuare a snobbare e sminuire, denigrare cosa sta accadendo a casa sua.
Fontana si limita a replicare dicendo che “Mi farò promotore con la coalizione di centrodestra della necessità di accogliere anche loro”, anche se ammette, “la strada mi pare stretta”. Strettissima.
Salvini dall’alto del trono di ministro del Ponte sullo Stretto replica: “Mi occupo di risolvere i problemi non di polemiche. Se ne occuperà Fabrizio Cecchetti che è il segretario della Lega Lombarda, con tutto il rispetto. Quando hai in ballo 30 miliardi di cui occuparti, delle liste e dei fuoriuscite lascio che se ne qualcun altro”.
A questo punto, meglio arrivare al dunque, augurarsi che resti il veto di Salvini, e che il Comitato Nord vada per la sua strada e dimostri di avere le gambe per camminare. E chissà che paura ha preso Bossi al tuonare di Igor Iezzi, parlamentare salviniano, quando ha affermato: “Bisognerebbe ora riflettere sul comportamento di un ex parlamentare e di un europarlamentare, con procedimento disciplinare in corso, che, invece, di lavorare della Lega, vanno a perorare le ragioni di un altro partito”. Bossi, con una visione politica un pelo più ampia del parlamentare salviniano, chissà come si è fatto intimorire.