Autonomia – Ministro Musumeci contro Zaia: Richiesta competenze precoce. La replica: E’ legge dello Stato. Intanto Campania, Emilia Romagna, Puglia e Toscana

2 Luglio 2024
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“Ho chiesto semplicemente l’applicazione della legge. A me sembra che in un paese democratico, dove le leggi hanno ancora una validità, si possa appellarsi all’applicazione della legge. Lo facciamo con serenità, coscienti del fatto che è un percorso che dobbiamo fare assieme al governo. Non ci vedo alcun ingresso a gamba tesa”. Così il presidente del Veneto Luca Zaia risponde all’ANSA, in merito alle perplessità avanzate dal ministro della Protezione Civile Nello Musumeci che ha definito quella del Veneto una “richiesta assolutamente precoce”.

Intanto dovrebbe tenersi giovedì, secondo quanto apprende LaPresse, una riunione tra le cinque regioni a guida progressista intenzionate a promuovere il referendum contro il ddl Autonomia. Dopo le chiamate informali degli ultimi giorni e il lavoro dei funzionari delegati ad alcune possibili bozze, infatti, i governatori di Sardegna, Campania, Emilia Romagna, Toscana e Puglia dovrebbero fare il punto dopodomani con l’obiettivo di arrivare a un testo condiviso e identico da presentare nei rispettivi consigli regionali, sul quale chiedere il referendum. Alcuni di loro saranno in presenza, a Roma, a margine della conferenza delle Regioni mentre altri si collegheranno da remoto. In Campania la riunione del Consiglio regionale dovrebbe tenersi già lunedì.

Ma ecco una ricostruzione dei passaggi politici.

Se dovesse essere convocato il tavolo con il governo richiesto dal governatore Zaia e concesse alla Regione Veneto le 9 materie non Lep richieste, qualcuna delle altre regioni potrebbe presentare una impugnativa di incostituzionalità alla Consulta. E’ quanto spiega all’AGI una fonte parlamentare di opposizione che siede al tavolo per la raccolta delle firme per il referendum contro l’Autonomia differenziata.

Singole giunte regionali possono avanzare una impugnativa di incostituzionalità davanti alla Consulta, viene spiegato, perché assegnare materie non Lep ad alcune regioni e non ad altre significa togliere quelle risorse economiche, distribuite dallo Stato, agli altri territori. Le risorse delle materie non Lep, infatti, verrebbero assegnate sulla base di compartecipazioni alle imposte destinate a crescere maggiormente nelle regioni del nord.

Aprire un tavolo con la sola Regione Veneto vorrebbe dire per lo Stato avere meno risorse per le altre regioni, viene spiegato ancora. A dare l’annuncio di voler aprire il tavolo con il governo è stato, ieri, lo stesso governatore Luca Zaia: “Ho firmato questa mattina (ieri, ndr.) una lettera alla premier Meloni: il Veneto è pronto a sedersi al tavolo per iniziare la discussione sul trasferimento delle materie”, conferma Zaia che vuole avviare le “trattative sulle materie che potrebbero diventare di competenza regionale” e che vanno dall’organizzazione della giustizia di pace ai rapporti internazionali con la Ue; dal commercio estero alla protezione civile, alla previdenza complementare e al coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario oltre al fronte del credito (casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale, enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale). Il passo del governatore veneto ha provocato l’immediata reazione dell’opposizione.

La prima a muoversi è stata la Sardegna guidata da Alessandra Todde (M5S) che coordina le altre Regioni (Toscana, Emilia-Romagna, Puglia e Campania). E oggi, al Senato, verrà presentata una interrogazione da parte del Pd sulla richiesta di tavolo con il governo arrivata dal governatore Veneto.

 il Consiglio regionale della Campania si sta intanto preparando a votare la richiesta di indizione di un referendum abrogativo, dall’altra lo stesso referendum è stato chiesto dai capigruppo di maggioranza e M5s in Emilia-Romagna. Nel caso della Campania, è stata convocata per l’8 luglio, dalle 15.30 alle 18, una seduta straordinaria dell’Assemblea regionale per discutere della questione, con all’ordine del giorno la richiesta presentata dal Partito Democratico, dal gruppo De Luca presidente, da Azione, Italia Viva e da altre forze della maggioranza. In Emilia-Romagna è stato anche chiesto al presidente dell’Assemblea legislativa di comunicare la deliberazione ai consigli regionali di tutte le altre Regioni, invitandole all’adozione di un atto uguale per procedere al referendum. Oltre alle iniziative delle due Regioni, è in arrivo anche quella della Toscana, il cui presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, ha fatto sapere che a breve arriverà la proposta di delibera sottoscritta dai capigruppo che vogliono aderire, alla quale seguirà la convocazione dell’aula. 

Anche il Consiglio regionale della Toscana si prepara a chiedere il referendum abrogativo della legge sull’autonomia. “Con le altre Regioni ci siamo riuniti – spiega il presidente dell’Assemblea Antonio Mazzeo -, il testo è stato condiviso. A breve dovrei ricevere la proposta di delibera sottoscritta dai capigruppo che vogliono aderire, da lì partirà l’iter”, con la convocazione dell’aula. “Per i tempi – ha aggiunto – dipende da quando mi presenteranno la proposta. Il capogruppo Pd mi ha cercato stamani dicendomi che la delibera sarà presentata a strettissimo giro”. A sottoscriverla le forze di maggioranza, Pd e Iv, insieme a M5s.

La Regione Emilia-Romagna chieda l’indizione del referendum popolare abrogativo verso la legge sull’autonomia differenziata approvata dal Parlamento su proposta del governo Meloni. A chiederlo, in un documento sono Marcella Zappaterra (Pd, prima firmataria), Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa), Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini Presidente), Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle), Giulia Pigoni (Italia Viva) e Silva Zamboni (Europa Verde).

”La Regione Emilia-Romagna ha convintamente aderito a tutte le iniziative, anche in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, tese a sostenere lo sviluppo di modelli autonomistici, a condizione dell’intangibilità dei principi fondativi della Costituzione, quali la promozione delle autonomie, l’unità e l’indivisibilità della Repubblica di cui all’art. 5 della Costituzione”, spiegano i firmatari per i quali ”le Regioni hanno sostenuto le iniziative volte al riconoscimento di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia a condizione del pieno rispetto dei principi di uguaglianza e solidarietà, senza pregiudizio al principio di coesione nazionale, ma i successivi sviluppi del disegno di legge recante ”Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione” si sono posti tuttavia in contraddizione con l’affermazione di questi principi, tanto che, in sede di espressione del parere delle regioni nella Conferenza unificata del 2 marzo 2023 la Regione Emilia-Romagna, unitamente alle regioni Campania, Puglia e Toscana, ha espresso voto contrario”.

Da qui la richiesta di indire il referendum abrogativo con il seguente quesito: ”Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, ”Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione?”. I capigruppo della maggioranza e del Movimento 5 Stelle chiedono inoltre ”al Presidente dell’Assemblea legislativa di comunicare la presente deliberazione ai Consigli regionali di tutte le altre Regioni, con invito all’adozione di un uguale atto affinché si possa dare seguito all’iniziativa referendaria”.

credit foto luca-micheli-r9RW20TrQ0Y-unsplash

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