ALGOCRAZIA- Il Garante della privacy: strapotere delle piattaforme digitali, i nostri dati il prezzo pagato per i loro servizi “gratis”

2 Luglio 2021
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  “La sospensione degli account Facebook e Twitter di Donald Trump ha rappresentato plasticamente come le scelte di un soggetto privato, possano decidere le sorti del dibattito pubblico, limitando a propria discrezione il perimetro delle esternazioni persino di un capo di Stato”. Lo ha affermato Pasquale Stanzione, nel corso della relazione del Garante per la protezione dei dati personali.

Una piu’ netta presa di coscienza del valore dei propri dati personali “è l’unico, effettivo baluardo contro il rischio della monetizzazione della privacy, che rappresenta oggi la vera questione democratica nel governo della rete”. Lo ha detto ancora il Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, presentando la Relazione 2020. “Da un lato, infatti, la zero price economy ha reso prassi ordinaria lo schema negoziale ‘servizi contro dati’; dall’altro – ha aggiunto – riconoscere la possibilità della remunerazione del consenso rischia di determinare una rifeudalizzazione dei rapporti sociali, ammettendo che si possa pagare con i propri dati e, quindi, con la propria libertà”. Su questo “pendio scivoloso è in gioco, forse più che in ogni altro campo, l’identità europea come ‘Comunità di diritto’, fondata sulla sinergia tra libertà, dignità, eguaglianza, quali presidi essenziali che nessuna ragion di Stato o, tantomeno, di mercato può violare”, ha concluso.

“Anche per effetto della telematizzazione della vita, indotta dalla pandemia, nel 2020 si è registrato un incremento di circa il 132%, rispetto al 2019 dei casi trattati dal Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia e un aumento del 77% dei casi di vittimizzazione dei minori per grooming, cyberbullismo, furto d’identità digitale, sextorsion. Sono dati allarmanti, che non possono non esigere unassunzione di responsabilità collettiva rispetto a soggetti, quali i minori, le cui vulnerabilità possono renderli le vittime elettive delle distorsioni del web”.

“L’age verification è una condizione necessaria, ma non sufficiente per rendere il web un ambiente se non sicuro, almeno non inospitale per i minori. Per raggiungere quest’obiettivo si deve promuovere una reale pedagogia digitale e rendere effettiva la responsabilità per i contenuti illeciti diffusi. La via della consapevolezza – ha aggiunto – è necessaria per non privare i minori, almeno ultra14enni, di una socialità che oggi si esprime anche in questi modi, conferendo loro, tuttavia, anche gli strumenti indispensabili per orientarsi in un contesto che altrimenti è davvero troppo più grande di loro. È indispensabile seguire i ragazzi, in quest’esperienza, con discrezione ma anche con attenzione; educandoli al senso critico e all’autonomia di giudizio rispetto al comportamento da tenere”.

Sul fronte della tutela dei consumatori il GARANTE è intervenuto contro il telemarketing aggressivo con l’applicazione di pesanti sanzioni (per un importo complessivo di 57 milioni di euro nel solo 2020), la maggior parte delle quali riguardano utilizzo senza consenso dei dati degli abbonati. L’attività di accertamento ha consentito di fare emergere una sorta di “sottobosco” di sub-fornitori, che operano spesso in condizioni di legittimità. 

 “La protezione dei dati può rappresentare un prezioso strumento di difesa della persona da vecchie e nuove discriminazioni e di riequilibrio dei rapporti sociali, nella direzione dell’eguaglianza e della pari dignità sociale indicate dalla nostra Costituzione. In questo senso, la protezione dei dati si sta dimostrando anche e sempre più determinante per un governo sostenibile della tecnica; perché la democrazia non degeneri, in altri termini, in algocrazia“.

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Direttrice: Stefania Piazzo
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