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Sanità Piemonte, le prestazioni a gettone e il caos pronto soccorso

di Gigi Cabrino – La carenza di personale medico in Piemonte ha fatto schizzare verso l’alto le prestazioni erogate dai medici a gettone delle cooperative, 15mila turni nei soli pronto soccorso,  che arriverebbero a 25mila turni considerando tutte le specialità mediche dei reparti ospedalieri piemontesi.

A partire da questi dati il Corriere della Sera, nella pagina torinese, spiega il provvedimento preso dal governo volto ad innalzare a 72 anni l’età di pensionamento dei medici.

“Una toppa che è peggio del buco”, secondo i 1500 professionisti, anche piemontesi, che hanno firmato la petizione lanciata dalle associazioni Women for Oncology Italy e Women in Surgery contro il richiamo in servizio di chi è in pensione. Tra i firmatari della carta c’è anche Enrica Ciccarelli, presidente dell’associazione italiana donne medico di Torino (Aidm) ed endocrinologa dell’ospedale Martini, in capo all’Asl cittadina che precisa come «richiamare medici anziani può offrire solo un sollievo parziale. Anzi — prosegue — così facendo verrebbe a mancare quel ricambio generazionale cui fa seguito anche una formazione più moderna e al passo con i tempi». Inoltre «i colleghi “ripescati” hanno livelli molto alti e costano di più di un giovane medico neo assunto e, fatto ancor più increscioso, di fatto non alleggeriscono i carichi di lavoro delle corsie ospedaliere perché non coprono i turni di notte”. 

Secondo l’endocrinologa “i medici ci sono ma fuggono verso il privato; una corsa che, però, non è inarrestabile: basterebbe che la sanità pubblica si decidesse a pagare di più il personale che c’è già o che, se remunerato a dovere, probabilmente sarebbe disposto a tornare da lavoratore interno invece che da gettonista». Proprio con quest’obiettivo la Regione Piemonte ha firmato un aumento della paga oraria straordinaria dei medici urgentisti da 60 a 100 euro. Meno di quanto guadagnerebbero se prestassero servizio passando dalle cooperative, ma pur sempre un incentivo. «Vuole che le faccia un esempio? — conclude Ciccarelli —. Nonostante io sia anziana e abbia un incarico di struttura, guadagno al mese quello che un collega gettonista porta a casa in sole tre-quattro notti di lavoro». 

E la questione non riguarda solo i medici, infatti Nursind Piemonte, sindacato delle professioni sanitarie, lancia l’allarme . “L’Asl Città di Torino rischia di andare sotto dotazione organica di infermieri e oss» ha spiegato il segretario Francesco Coppolella dopo aver letto l’ultimo fabbisogno di personale legato ai tetti di spesa assegnato dalla Regione alle singole Aziende”.

Stefania Piazzo

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