I Savoia citano l’Italia in giudizio: Ridateci i gioielli della Corona

25 Gennaio 2022
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Gli eredi di Umberto II rivogliono i gioielli della Corona custoditi in un caveau della Banca d’Italia dal giugno 1946. E per cercare di ottenere la restituzione citeranno in giudizio la presidenza del Consiglio, il ministero dell’Economia e la Banca d’Italia nei prossimi giorni. A riferirlo è l’avvocato degli eredi di Umberto II Sergio Orlandi. A chiedere la restituzione dei gioielli sono il principe Vittorio Emanuele di Savoia e le principesse Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice.Oggi si è tenuto l’incontro di mediazione sulla restituzione tra il legale della famiglia Savoia, il legale Sergio Orlandi e i rappresentanti della Banca D’Italia, della presidenza del Consiglio e del ministero dell’Economia. Ma l’esito è stato negativo.”A mezzogiorno – spiega l’avvocato – oggi abbiamo fatto l’incontro per la mediazione. Era presente il principe Emanuele Filiberto, che ha le deleghe degli eredi. La mediazione, che segue una diffida che avevo presentato, non ha avuto esito positivo. A questo punto, tra qualche giorno, procederemo alla citazione in giudizio, che a breve sarà depositata”.”I gioielli della Corona – sottolinea l’avvocato Orlandi a LaPresse – non sono mai stati confiscati e devono essere restituiti agli eredi, andremo in fondo alla vicenda, siamo determinati”. 

”L’incontro di mediazione è andato secondo le nostre previsioni. La Banca d’Italia con una comunicazione anche della presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero dell’Economia e Finanze ci ha fatto sapere che i gioielli non possono essere restituiti. Ora abbiamo pronto l’atto di citazione in giudizio”. Cosi’ anche all’Adnkronos l’avvocato Sergio Orlandi legale del principe Vittorio Emanuele, di Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice di Savoia. Il legale, come raccontato dal Corriere della Sera, assiste gli eredi di Umberto II nella loro battaglia per la restituzione dei gioielli ”custoditi dentro uno scrigno in un caveau della Banca d’Italia dal giugno del 1946. Un tesoro formato da 6.732 brillanti e 2 mila perle, di diverse misure, montati su collier, orecchini, diademi e spille varie”. Dopo l’incontro di stamattina, definito dall’avvocato Orlandi ”un passaggio obbligato”, ora il legale depositerà l’atto di citazione in giudizio per il ministero dell’Economia, per la presidenza del consiglio dei ministri e per la Banca d’Italia dove sono stati custoditi i gioielli ”sia per la rivendicazione – spiega – sia per la restituzione” dei gioielli. Si tratta, spiega Orlandi che questa mattina era accompagnato da Emanuele Filiberto, “di gioielli personali comprati dai Savoia. Ora con un giudice terzo affronteremo tutta questa vicenda”.

Foto di cristiano caligaris

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