di Gigi Cabrino – Ha assunto rilevanza molto più che locale il caso delle amministrazioni Ginepro che a Casale Monferrato gestiscono 85 condominii e che non avrebbero versato alle municipalizzate di gas luce e acqua centinaia e centinaia di migliaia di euro.
Quattromila persone a cui le municipalizzate hanno chiesto di ripagare le utenze non versate dall’amministratore condominiale.
La stessa amministrazione, di centrodestra, che lunedì ha chiesto, tramite le municipalizzate del territorio, di pagare due volte le utenze tre giorni dopo promuove un comitato di cittadini. Una difesa a giorni alterni di condomini ignari che hanno pagato regolarmente le spese condominiali e si vedono chiedere di ripagare perché l’amministrazione condominiale non è stata adempiente.
Confconsumatori Alessandria, invece, scende al fianco dei condomini coinvolti nel crack e propone una class action.
Gli oltre 3000 condomini che avevano regolarmente già versato le spese condominiali necessarie a coprire le fatture, si sono resi conto di ciò che era accaduto solamente nel momento in cui sono state recapitate loro, da parte delle aziende fornitrici, diverse lettere dalle quali hanno scoperto di essere morosi. Mentre l’amministratore si è reso irreperibile, le società restano in attesa di essere saldate: la conseguenza è che, al momento, i cittadini – proprietari e/o inquilini – senza avere alcuna responsabilità, saranno comunque costretti a provvedere nuovamente al pagamento delle utenze. Nel frattempo, dovranno inoltre nominare, anche solo provvisoriamente, un nuovo amministratore al fine di risalire a quanto ammonta il reale debito.
“Questa azione – ricorda Alessandra Bozzo, responsabile dello sportello di Confconsumatori Alessandria – rischia di essere insufficiente se non verrà affiancata da un’iniziativa di gruppo volta a tutelare i diritti dei condomini sia in sede penale che in sede civile, in quanto vittime di una vera e propria truffa”.
“Questa azione – ricorda Alessandra Bozzo, responsabile dello sportello di Confconsumatori Alessandria – rischia di essere insufficiente se non verrà affiancata da un’iniziativa di gruppo volta a tutelare i diritti dei condomini sia in sede penale che in sede civile, in quanto vittime di una vera e propria truffa”.
Confconsumatori è pronta ad assistere i cittadini che desiderano denunciare l’amministratore infedele e, una volta instaurato il procedimento penale, costituirsi parte civile, allo scopo di ottenere, in caso di condanna, un risarcimento per il danno subito. La proposizione della querela per il reato di appropriazione indebita è soggetta a termine decadenziale di tre mesi dalla conoscenza del fatto, pena il mancato avvio del procedimento penale. Nel caso di specie, i condomini devono anche rientrare il prima possibile nella disponibilità materiale della documentazione a mani dell’Amministratore al fine di ricostruire la gestione infedele e tutelarsi da possibili azioni dei creditori. In alcuni casi, l’intempestiva difesa a tutela della propria posizione ha favorito anche comportamenti in mala fede di asseriti creditori, che, pur avendo percepito a tempo debito il pagamento, consci della circostanza che i condomini non avessero un quadro completo della precedente gestione per difetto di puntuali informazioni di chi si era appropriato dei loro soldi, hanno avviato iniziative giudiziarie a loro danno per domandare indebitamente ulteriori corrispettivi non dovuti. Non solo: è opportuno fin da subito apprestare tutti gli strumenti necessari al fine di evitare che l’amministratore infedele si spogli dei propri beni, rendendo così difficile, se non impossibile, ottenere il giusto ristoro.