Non ci sarà una lista del Comitato Nord fondato da BOSSI alle prossime regionali in Lombardia, né da esponenti della corrente nordista è previsto alcun supporto a Letizia Moratti, che insieme al dem Pierfrancesco Majorino, sfiderà il governatore uscente, Attilio Fontana. I quattro consiglieri del Pirellone,
Antonello Formenti, Massimiliano Bastoni, Roberto Mura e Federico Lena, ex leghisti espulsi da Matteo Salvini nelle scorse settimane, dopo l’adesione al gruppo nordista, hanno infatti reso noto che non
saranno in corsa per una riconferma.
Negli scorsi giorni per loro, a vario titolo, si era parlato di una possibile corsa in autonomia, o
addirittura a supporto di Letizia Moratti, candidata civica alla presidenza della Regione con l’appoggio del Terzo Polo.
“La decisione di non candidarci – spiegano i consiglieri del Comitato nasce dal fatto che non ci sarà una lista del Comitato Nord alle prossime elezioni regionali, data l’impossibilità per il comitato di presentarsi a sostegno del governatore uscente Attilio Fontana”.
“Questa è la volontà di BOSSI e noi la rispettiamo fino in fondo così come abbiamo sempre rispettato la linea del fondatore della Lega”, aggiungono. “Potremmo percorrere altre strade e candidarci sotto altre
bandiere ma è un’ipotesi che abbiamo deciso di scartare in quanto non
sarebbe coerente con la nostra storia politica”, fanno ancora sapere.
“Altre strade” che erano state escluse dallo stesso Comitato Nord: la linea di Bossi, sin dal blitz fatto dal Senatur al Pirellone lo scorso 21 dicembre, quando ci fu un incontro con Fontana, alla presenza dei ribelli passati al Comitato e di Angelo Ciocca e Paolo Grimoldi, i due coordinatori del gruppo, è sempre stata quella di non ostacolare Attilio Fontana, con cui Bossi intrattiene un rapporto personale da tanti anni. In quella occasione a Fontana furono offerti i voti del Comitato, chiedendogli di “farsi parte attiva con gli alleati di coalizione al fine di riconoscere il Comitato Nord come lista all’interno della coalizione di centrodestra”. Un tentativo andato a vuoto, per il no secco di Matteo Salvini che ha chiuso la
porta in faccia ai bossiani.
Un no duro, in linea con l’espulsione dei quattro consiglieri, che di fatto impedisce ai frondisti del nord di potersi contare elettoralmente, cosa che avrebbe potuto essere un ulteriore problema per la segreteria salviniana. A quel punto il Comitato, si è preso una pausa di riflessione, nuovi incontri ci sono stati a Gemonio, tra Bossi e Fontana. Oggi la decisione di non correre alle elezioni.
Rimandando la resa dei conti a dopo il voto. Siamo nati “per portare avanti l’Autonomia, le istanze del Nord e dar voce alla militanza nordista inascoltata”, hanno ribadito i bossiani, dopo aver chiesto ai
consiglieri di non candidarsi. “Qualcuno – spiegano fonti del Comitato avrebbe potuto accusarci di un eventuale risultato negativo della Lega al voto di febbraio. Vedremo quello che succederà, ma le nostre
ragioni non intendiamo metterle da parte. E prima o poi ci sarà il congresso della Lega e altre tornate elettorali”.