di Luigi Basso – Ricapitoliamo: poco più di un mese fa, tutti i grandi media del mondo hanno annunciato urbi et orbi che Joe Biden era il Presidente Eletto degli USA.
Il Presidente in carica protestò e disse di non concedere la vittoria.
I grandi capi di stato, i leader religiosi, i segretari dei partiti più importanti fecero a gara a chi avrebbe baciato per primo la pantofola al Presidente Eletto Biden.
Tutti, tranne uno.
Vladimir Putin fece filtrare il suo pensiero: Presidente Eletto è quando arbitro fischia (parafrasando il mitico Vujadin Boskov: altro saggio dell’Est).
Oggi il Procuratore del North Carolina ed altri 22 Stati hanno depositato una memoria che chiede il rigetto del ricorso del Texas e dei suoi amici curiae (una ventina).
Oggi nessuno vorrebbe essere al posto dei Giudice della Corte Suprema che si trovano davanti metà Stati Uniti contro un’altra metà.
Scene da guerra civile, da guerra di secessione come non se ne vedevano da 150 anni, appunto.
In questo incredibile scenario, mentre attendiamo la sentenza delle SCOTUS che farà arrabbiare metà USA in ogni caso, chi diceva che le elezioni presidenziali 2020 erano cosa chiusa dovrebbe andare a nascondersi.
Per non dire, per carità di patria, che faccia faranno i Leader Mondiali se la Corte dovesse dare ragione al Texas.
Putin ne esce come un gigante, gli altri, comunque andranno le cose, come inadatti al ruolo di governanti.
La prudenza del governare non è la loro dote.