Siamo ad un passo dal razionamento di ogni genere di consumo come ai tempi del ministero delle Corporazioni nel 1940?

5 Aprile 2022
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di Luigi Basso – I mass media europei, in questi giorni, hanno fatto partire una meritoria campagna informativa a tappeto sulla necessità che le imborghesite popolazioni della UE riducano i loro superflui consumi nell’ambito della Santa Crociata contro lo Zar di tutte le Russie, Vlad il Terribile.
Naturalmente l’appello digiunatorio è rivolto principalmente al Popolo (cioè ai poveracci ed al popolino), poiché i gerarchi devono continuare a consumare ad libitum affinché preservino immutabili lo smalto e l’acume che gli ha permesso di condurci fino al punto in cui ci troviamo.


E così fioriscono ad imperitura memoria le chiamate a fare a meno del gas russo e del petrolio russo e, dunque, di tutte le cose che si producono con quelli.
Embargo ! Embargo ! Risuona a sinistra.
You are right ! You are right ! Riecheggia a destra.


A ruota i Federali solfeggiano serissimi che sarà dura (per il pueblo), ma la misura è necessaria e tra qualche anno arriverà l’immancabile copioso raccolto, frutto di tanti sacrifici: la Vittoria!


Non manca chi invita fin d’ora a non fare più la doccia e, se proprio non si riesce a fare a meno di tale lusso, a farla almeno fredda: le urla gelate potranno essere sostituite dalla liberatoria imprecazione antirussa “Beccate questa, Putinaccio zozzo !!! Me pijo na pormonite, ma il tuo gas numme serve”.


Dalle parole e dalle stoiche esibizioni di romana resistenza al freddo, occorre ora passare ai fatti fascisti: il Governo Italiano prenda l’iniziativa stupendo tutti per l’intrepida determinazione, come ha già fatto con il fascistissimo lasciapassare, e mostri la strada ai fieri alleati europei.


Il solco è già stato tracciato, l’esempio puramente italiano da seguire è sempre quello: Lui !
Infatti, poco prima dell’annuncio del Duce dell’entrata in guerra del Regno d’Italia (10 giugno 1940), il Parlamento approvò con lungimiranza ed assennatezza la fascistissima Legge 6 maggio 1940 n. 577 con la quale veniva attribuito al Ministero per le Corporazioni, di concerto con quelli dell’Agricoltura e dell’Interno, il potere di disporre il razionamento di ogni genere di consumo.


Il meccanismo del razionamento era genialmente imperniato sulla tessera annonaria rilasciata dai Comuni ai cittadini residenti: una vetta di Federalismo, va notato per inciso, che la poco virile Repubblica non avrebbe mai più toccato.
La violazione delle regole del razionamento era punita per lo più con un’ammenda e la sospensione dall’esercizio dell’attività di vendita al pubblico (quali radiose analogie con la legislazione Covid: del resto, è impossibile superare il Maestro, ma emularlo è semplice, con un Popolo così).
Intanto il perentorio ordine sta per essere impartito: riaprano le fabbriche di cartone!!! dal momento che serviranno migliaia di stivali per andare a conquistare Mosca.
Il ritorno dei soldati italiani sarà svolto a cura dell’agenzia di viaggi Armir.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
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