di Roberto Pisani – “Ho freddo”. Questa è la frase che più mi è rimasta inpressa nella mente della serie televisiva andata in onda su Sky, Gomorra, tratta dall’omonimo romanzo del tanto discusso e criticato Roberto Saviano.
A pronunciarla un camorrista colpito a morte appena prima di spirare dissanguato. Una frase che potrebbe passare inosservata in un sagra che in cui le scene nude e crude lasciano sicuramente più il segno.
Invece per me, che ne ho visto tutte le puntate, è rimasta molto impressa.
Come e quante volte muore un uomo? Senza toccare il tema della reincarnazione, che anche grazie ad un’intervista di Red Ronnie ad una medium, Sonia Benassi, e poi ripresa in chiave ironica da Maurizio Crozza, è tornata d’attualità, nessuno ne conosce la risposta.
Di certo un uomo, o una donna, può morire più volte pur rimanendo in vita.
Si muore, ad esempio, quando si tradisce. Si tradisce un ideale, una promessa, un giuramento.
Si muore quando si innegia ad uno stato indipendente e poi ci si siede comodamente sugli scranni del Parlamento di quello stato che si definisce invasore e che si vuole combattere politicamente.
Si muore quando si giura davanti a centinaia di persone, invitandole a fare altrettanto, e poi si disattende completamente quella solenne promessa.
Si muore quando si esclama di voler essere il nuovo Gaio Muzio Scevola piuttosto che far diventare lo storico partito del Nord uno schieramento nazionale.
Si muore. Si muore più volte se si vive senza ideali.
Orgoglioso di morire una sola volta, quella finale.