di Roberto Paolino – Oggi il mio pensiero domenicale è dedicato alla carriera politica di Matteo Salvini che rappresenta il destino un po’ tortuoso di un giovane militante, benvoluto dalla vecchia guardia leghista, che ha finito per rottamare il partito. Nasce come convinto secessionista, ricordiamo quando da consigliere comunale si rifiutò di stringere la mano all’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in visita ufficiale nel capoluogo lombardo. «No, grazie, Presidente Lei non mi rappresenta.
Un ragazzo taciturno, è così che veniva descritto, ma un buon militante sempre pronto e disponibile un battutista efficace, ma anche uno che in Parlamento si faceva i fatti suoi. Insomma, non l’hanno mai considerato un potenziale leader gli stretti collaboratori di Bossi. Tanti ricordano che il giovane Salvini simpatizzava per la sinistra, fu lui a rivelare che come tanti giovani frequentava il centro sociale Leoncavallo, alle elezioni del parlamento del nord si presentò a capo di una lista denominata Comunisti Padani. Quello che però saltava agli occhi era la sua ferma convinzione che il Nord dovesse avere l’indipendenza insomma un Padano convinto e convincente.
Ricordiamo tutti il bellissimo discorso di insediamento da Segreterio federale al congresso di Torino, bello appassionato Padano, quando fu eletto al Parlamento Europeo in concomitanza si svolgeva Pontida, ricordiamo ancora i cori che lui insieme ai giovani Padani dedicarono ai Napoletani, e non erano certamente benevoli.
Poi la svolta via il nome nord dal simbolo, e giorno dopo giorno vedere crescere la distanza tra la Lega Nord e il suo movimento denominato Lega Salvini Premier da movimento indipendentista al partito strenuo difensore del centralismo, populista nazionalista e i coretti contro i meridionali, diventano alla velocità della luce prima i Napoletani, i siciliani, i calabresi, e da quel momento in poi ogni suo discorso finisce con viva l’Italia non male per un secesionista convinto.
Vogliamo parlare poi dell’innamoramento nei confronti di Putin? Gli altri politici Italiani e in tanti sono andati a baciare l’anello a Mosca, lui no, deve sempre andare oltre, diventa un fans convinto di Putin fino ad arrivare al punto di indossare una maglietta con l’effige di Putin, con scontato e inevitabile, selfie nella piazza Rossa ovviamente messo in bella mostra su tutti i social.
Insomma ieri era contro i meridionali, oggi contro gli extracomunitari, ieri contro Roma Ladrona oggi contro Bruxelles. Ieri secesionista oggi Nazionalista Italiano. Ieri contro Mattarella “mezzo Putin vale due Mattarella” frase che disse lui oggi grande elettore del Mattarella bis. Da eurodeputato Salvini arrivò a chiedere l’abolizione del 2 giugno, festa della Repubblica. Rifiutandosi di celebrare il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia oggi i suoi post sono sempre corredati dal tricolore, a dimostrazione che davvero sì è trasformato in centralista nazionalista e destrorso.
E quella che per anni era la sua forza(cercare di compiacere a tutti) oggi è diventata la sua più grande debolezza, e la pessima figura fatta in Polonia testimonia che neppure lo stellone è con lui e che la sua lenta inesorabile fine politica è ormai arrivata,e visto che ha costruito il movimento su se stesso “Salvini Premier “trascinerà anche quello che resta della Lega verso il baratro.
Che dire per me la Lega Nord ha rappresentato la storia di 30 anni di militanza per cui non posso che essere rattristato della fine che sta facendo il tutto ,a causa di errori furbizie cambi continui di direzione equivoci che non sono solo sue responsabilità ma dell’intera classe dirigente, che non ha mai avuto un sussulto critico nei suoi confronti anzi fanno ancora oggi a gara nel chi è più yes men. Sono sicuro però che ritornerà qualcosa a rappresentare il Nord ricordate le parole di Miglio? “
Se chi vi parla, il movimento che rappresentiamo non ci fosse più il federalismo si affermerà ugualmente”. Professore tanti di noi continuano ad essere fedelmente federalisti e terminata la sbornia Salviniana, tanti militanti che non si sono venduti al Dio voto alle facili poltrone, torneranno nella casa federalista, e noi saremo lì ad attenderli a braccia aperte.