di Luigi Basso – Ricordiamo alcune memorabili prime pagine di giovedì 14 maggio.
“DL Rilancio, ce n’è per tutti”, “Tregua da 55 miliardi”, “Supermanovra, 26 miliardi ai lavoratori”, “Gli aiuti a famiglie e imprese”, “L’impresa”, “Una manovra bestiale, 155 miliardi per far ripartire il paese”, “Una cascata di miliardi”.
Il giorno prima, il 13, il premier aveva annunciato in una solenne conferenza stampa il tanto atteso Decreto Rilancio, già rinviato dal mese precedente, quando fu presentato col nome di Decreto Aprile.
Sicuramente è un record mondiale: due nomi per un decreto mai nato.
Bene, abbiamo registrato enormi ritardi sul Decreto Rilancio in Gazzetta: ad oggi ancora non è uscito, eppure era stato annunciato in pompa magna con trombe, stelle filanti e coriandoli e veniva celebrato dai mugolii di piacere e dagli “oooohhhh” della stampa mainstream.
Come dimenticare le lacrime della Bellanova, commossa dalla bellezza del Decreto?
Come dimenticare l’aria grave e sofferta, ma composta, del premier, che poteva finalmente mostrare al mondo il suo capolavoro?
Inutile chiedere le dimissioni di questi soggetti che dicono di essere il Governo.
Inutile pretendere che chi dovrebbe fare informazione, inizi a farla per davvero.
Se la situazione non fosse drammatica, ci sarebbe pure da ridere.
Ah, la morale della favola del Decreto Rinviato? Chi può, si arrangi.
Photo by Patrick Tomasso