Perde le elezioni, torna Maroni chiamato dalla nemica Lamorgese, resta il reddito di cittadinanza, il centrodestra si sfalda, la pensione torna un miraggio. Come avrebbe raccontato Morisi il successo del Capitano?

22 Ottobre 2021
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di Roberto Gremmo – Se il giovane virtuoso Morisi fosse ancora al suo posto e non si fosse dimesso per motivi, a suo dire, famigliari racconterebbe in questo modo le ultime esibizioni a corpo libero del suo talentuoso Capitano.

Dopo il successo elettorale che ha visto la Lega ed i suoi fedeli alleati giungere secondi nella contesa delle urne, con un piazzamento più che dignitoso appena appena fuori dai palazzi comunali, il nostro glorioso condottiero, lealmente affiancato dalla fedele liederina di Fratelloni d’Italia sta indicando all’amico Draghi la giusta linea politica, in perfetta coerenza coi postulati patriottici della nuova Lega italianissima. 

Poiché il primo obiettivo è impedire il ritorno alla legge Fornero, il capitano ha genialmente imposto di arruolare fra i consulenti del governo la professoressa Fornero ed infatti non ci sarà il gradone pensionistico ma una ripida scalata che in pratica non permetterà a nessuno di andare a riposo troppo presto.

Non contento di questa vittoriosa umiliazione della malvista professoressa, l’invitto e sagace leader massimo è riuscito a convincere i suoi alleati di governo a cinque stelle ad abolire il famigerato reddito di cittadinanza che infatti resterà tale e quale, purgato solo dalla farsa dei navigator che facevano finta di cercare un lavoro per i poltronari a tempo pieno.

Altro successo, l’emarginazione della detestata Lamorgese che dovrà farsi un poco da parte, per lasciare spazio all’autorevole consulente Roberto Maroni, molto amato dal gran capo e forte della passata esperienza di ministro quando è passato alla storia come uno di quelli che più hanno favorito l’immigrazione coi ricongiungimenti parentali.

Tutto bene nell’alleanza di centro-destra dove l’armonia regna sovrana e la linea è dritta e sicura, con il partito di Brunetta e Gelmini draghiani di ferro, il nostro superuomo un po’ dentro e un po’ fuori e la vispa Teresa raccogliere i frutti di una finta opposizione gabellata per i gonzi come alternativa populista.

Insomma, l’uomo raccoglie vittorie a piene mani e nel suo carniere si accumulano i voti ed i consensi. Questo racconterebbe “la Bestia” se non fosse ormai fuori uso, ammaccata e sempre meno credibile dopo le disavventure del suo creatore.

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