Nell’enciclica di Francesco lo spirito dell’internazionale comunista per la via al socialismo

19 Ottobre 2020
Lettura 4 min

di Sergio Bianchini – L’enciclica di papa Francesco, “Fratelli tutti”, raccoglie il grande desiderio di un umanesimo mondiale di cui l’internazionale comunista è stata la prima concretizzazione storica.

Alcune citazioni della Fratelli tutti:

-Dio «ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro

-possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità.

-Un progetto con grandi obiettivi per lo sviluppo di tutta l’umanità oggi suona come un delirio.

-Nel mondo attuale i sentimenti di appartenenza a una medesima umanità si indeboliscono, mentre il sogno di costruire insieme la giustizia e la pace sembra un’utopia di altri tempi

– Il grande tema è il lavoro. Ciò che è veramente popolare – perché promuove il bene del popolo– è assicurare a tutti la possibilità di far germogliare i semi che Dio ha posto in ciascuno, le sue capacità, la sua iniziativa, le sue forze. Questo è il miglior aiuto per un povero, la via migliore verso un’esistenza dignitosa.

-L’attività degli imprenditori effettivamente «è una nobile vocazione orientata a produrre ricchezza e a migliorare il mondo per tutti».

-Sempre, insieme al diritto di proprietà privata, c’è il prioritario e precedente diritto della subordinazione di ogni proprietà privata alla destinazione universale dei beni della terra e, pertanto, il diritto di tutti al loro uso.

-…si parla della possibilità di qualche forma di autorità mondiale …. per assicurare il bene comune mondiale, lo sradicamento della fame e della miseria e la difesa certa dei diritti umani fondamentali.

-In questa prospettiva, ricordo che è necessaria una riforma «sia dell’Organizzazione delle Nazioni Unite che dell’architettura economica e finanziaria internazionale, affinché si possa dare reale concretezza al concetto di famiglia di Nazioni».

-[…] Bisogna assicurare il dominio incontrastato del diritto e l’infaticabile ricorso al negoziato, ai buoni uffici e all’arbitrato, come proposto dalla Carta delle Nazioni Unite, vera norma giuridica fondamentale

Sono alcune delle frasi contenute nella Fratelli tutti che danno voce ad un sentimento diffuso che sembra oggi politicamente non rappresentato.

Eppure l’obiettivo di una giustizia universale ha attraversato fortissimamente i due secoli scorsi fino alla caduta dell’Unione Sovietica che ne era stata il prodotto più grande e l’effettiva incarnazione con la successiva putrefazione finale.

L’enorme sviluppo della scienza e della tecnica già a metà ottocento aveva fatto intravedere la fine prossima del Regno della Necessità. E da questa visione era nato il movimento socialista europeo che divenne mondiale dopo appunto la prima guerra mondiale. Il socialismo era l’espressione militante del desiderio di pace e benessere universale.

Nell’analisi dei socialisti e dei comunisti il sogno, non più utopistico ma concreto, era ostacolato dal dominio mondiale del capitale finanziario che lavorava per il controllo del mondo da parte dei paesi più progrediti, e in lotta tra loro, i paesi dei ricchi.

Il Capitale quindi era il nemico da battere, tramite il lavoro e i lavoratori che non erano i poveracci del mondo ma la classe profetica del futuro, legata all’industria moderna e alla scienza, le vere, visibili e grandiose artefici umane e non divine, dei fiumi di latte e miele.

I partiti socialisti di ogni nazione si coordinarono e dettero vita all’internazionalismo proletario per il quale gli ideali indicati nella Fratelli tutti erano l’obiettivo apparentemente a portata di mano sotto la spinta crescente e inarrestabile dei lavoratori.

Bisogna dire che l’Italia ha avuto nella vicenda un peso particolare, soprattutto nella terza internazionale, nata dopo la rivoluzione russa contro il “tradimento” dei socialisti tedeschi che si erano schierati con la guerra nazionale.

Togliatti fu, nel 1935 al congresso mondiale di Mosca dei partiti comunisti, uno dei principali ideatori della strategia chiamata delle vie nazionali al socialismo con la quale si coniugava appunto il global ed il local.

Dopo la seconda guerra mondiale questa teoria portò alla nascita della repubblica popolare cinese e di tanti paesi socialisti. In Italia si formò il più grande partito comunista d’Europa (secondo in Italia e primo nell’Italia centrale) nella quale continuavano invece a prevalere i partiti socialisti. L’Italia si trovò ad avere in casa sia il Papa (e la sua DC) che uno dei massimi dirigenti del comunismo mondiale. Italia, paese proprio speciale rispetto all’universalismo!

Ebbene, dopo il crollo nel 1989 dell’URSS la Cina è l’ultimo “avanzo” della terza internazionale, del nazional comunismo. E che avanzo!

Anche l’ONU in fondo è un prodotto dell’enorme prestigio che il mondo socialista conquistò durante la guerra antinazista e del grande slancio liberatorio che seppe dare ai paesi poveri, vittime del colonialismo.

La Fratelli tutti indica proprio nell’ONU la chiave per un governo corretto dei conflitti e degli squilibri mondiali. Guarda caso la Cina sta sostenendo la stessa cosa mentre gli Stati Uniti stanno in pratica snobbando l’ONU, agendo fuori dalla sua autorità e cercano di ridurlo ad una organizzazione moralistica dispensatrice di nobili ideali senza vincoli operativi.

La chiesa cattolica apprezza la Cina mentre in tutto l’occidente a guida USA la Cina sta diventando il bersaglio quotidiano con la nascita perfino di venti di guerra.

Il vescovo Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Vaticana, ha detto: ‘Papa Francesco ha amore e fiducia nella Cina; e la Cina si fida di Papa Francesco’. Sorondo ha inoltre elogiato la Cina dove “non ci sono i vizi dell’occidente e dove si parla solo di lavoro”. Ha detto persino che la Cina è il paese “dove meglio si realizza la dottrina sociale della chiesa”. Contro Sorondo si sono scatenati tantissimi insospettabili che sembrano amici della chiesa.

Eppure che la Cina sia il vero miracolo mondiale di inizio millennio solo i ciechi possono negarlo.

L’esortazione cattolica è quindi oggi perfettamente in linea con il vecchio ideale socialista. Un nuovo tentativo di realizzazione deve però tener conto della lunga esperienza storica e delle tensioni attuali tra gli stati. Gli stati moderni, nazionali, con la loro enorme espansione (in Italia il personale statale è circa un settimo di tutti gli occupati) sono al centro della realizzazione organizzativa e pratica di questo desiderio. Desiderio che espresso col linguaggio cristiano dell’enciclica non configura un mondo di single vaganti ma come realizzazione di un mondo “famiglia di nazioni”.

L’Italia potrebbe essere un esempio di stato nazionale aperto in un mondo cooperativo visto che la benevolenza universale è tutto sommato presente in quasi tutti i suoi cittadini e che è la culla della chiesa cattolica. Ma per non diventare un paese fallito deve, a mio parere, anche trovare la via della propria riorganizzazione statale e della propria rinascita finanziaria. Ed anche la voglia di lavorare.

Sergio Bianchini – Preside in pensione

Photo by Stefano Segato

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