Negri, il bipolarismo del futuro? Conoscenza contro ignoranza, politici preparati contro politici incompetenti

5 Dicembre 2021
Lettura 3 min

di LUIGI NEGRI – L’epistocrazia non è nient’altro che questo: la conoscenza che deve prevalere sulla non conoscenza. Perché di tutto abbiamo bisogno oggi tranne che di essere governati non delle 5 stelle ma delle 5 I: Ignoranza, Impreparazione, Incompetenza, Incapacità, Irresponsabilità, perché questi sono anche sono anche dei totali irresponsabili.

Questo sarà il bipolarismo del futuro, superate le categorie del secolo scorso della contrapposizione destra-sinistra: conoscenza contro ignoranza, politici preparati contro politici incompetenti… elettori consapevoli delle proprie scelte contro elettori ignari e quindi manipolabili. Tuttavia il più vicino appuntamento elettorale che ci attende ci imporrà una ancor diversa alternativa: vogliamo stare con l’ Europa e divenirne protagonisti contribuendo alla realizzazione di una grande Europa federale o lavorare per disgregarla ritornando al vetero-nazionalismo del secolo scorso, rappresentato da piccoli e deboli stati in perenne scontro tra loro…… e quindi asserviti a qualche super-potenza? Una grande Europa Federale fa paura a tutti! guardate: la UE ha il 25% del pil mondiale, più degli Stati Uniti, molto più della Cina, 11 volte, 11 volte quello della Russia… ma di cosa stiamo parlando?

Vogliamo veramente tornare ad essere piccoli, deboli e insignificanti? Non a caso parlo di Russia perché questo è il grande obiettivo del “compagno” Salvini e dei suoi sodali: riuscire là dove il compagno Togliatti ha fallito: portare l’Italia fuori dall’Europa per consegnarlo ai signori di Mosca. Viviamo da 76 anni, ¾ di secolo in una parte della terra che è in pace, e questa pace, piaccia o non piaccia, si chiama Europa…… e oggi noi vorremmo ridare vita a quegli odi e quei rancori che nei primi decenni del secolo scorso portarono tanti giovani, sobillati da cattivi maestri, a scontrarsi ed ammazzarsi tra di loro? E la pace, e qui mi rivolgo soprattutto ai giovani, non è un valore acquisito, ma qualcosa che si difende sul campo giorno dopo giorno.

QUESTA E’ DUNQUE LA PROSSIMA SFIDA CHE CI ASPETTA: CON O CONTRO L’EUROPA – Ho iniziato a fare politica attiva tanti anni fa e le prime elezioni importanti alle quali ho partecipato direttamente come candidato in tutte le circoscrizioni sono state le Europee del 1989 in un giovane movimento che muoveva allora i suoi primi passi: “La Lega Lombarda”. Un manifesto ci accompagnava; sventolavano affiancate la bandiera della Lombardia e quella dell’Europa e vi appariva una scritta: “LOMBARDIA EUROPA DA SEMPRE”.

Ecco, quella è la mia vocazione, quella è la vocazione di tutto il nord; lontana da nostalgie nazionaliste romane. Ma noi siamo chiamati oggi anche ad avanzare proposte, e le due proposte sono indirizzate ad elevare il livello di conoscenza sia nell’elettore sia nell’eletto.

1. Rivolto all’elettore, il cosiddetto “Elettorato attivo”: Introduzione nella scuola, dalle elementari al liceo, dell’educazione civica come materia curricolare: importante quanto l’italiano e la matematica, dove si insegni tutto ciò che riguarda la convivenza civile: dalla raccolta differenziata al funzionamento di un’amministrazione comunale; perché è lì che si formano i cittadini di domani. Ho studiato al liceo classico, ma con sincerità dico: meno ore di greco, più ore di educazione civica, meno ore di latino, più ore di storia….. e trovo per questo personalmente vergognoso, ma significativo, che un ministro (leghista, ndr) abbia tolto la traccia di storia dall’esame di maturità: vogliono cancellare dalle menti dei nostri giovani ogni forma della nostra memoria storica: perché, come ben sapete, chi non ha un passato non avrà mai un futuro!

2. Rivolto al candidato, il cosiddetto “Elettorato passivo”: istituzione dell’Albo dell’amministratore pubblico al quale debbono obbligatoriamente iscriversi, previo superamento di esame di idoneità, tutti coloro che vogliono candidarsi a una qualsivoglia carica pubblica. Perché mai un ingegnere, un medico, un avvocato devono dimostrare a priori di possedere i requisiti necessari a svolgere una determinata professione e chi si candida a dirigere un comune, una regione, una nazione.. invece NO. Sono strasicuro che in questo modo una buona metà degli attuali parlamentari non avrebbe potuto neppure candidarsi e tra loro anche molti ministri! Ho poi, per così dire fuori sacco, una terza e un po’ provocatoria proposta: chi mi conosce sa bene quanto io ripudi la demagogia, ma per una volta mi piacerebbe sfidare questa gente proprio sul suo terreno. Ecco allora pronta una proposta di facilissima applicazione: “Lo stipendio dei parlamentari, fatta salva una legittima indennità di trasferta, deve corrispondere a quanto percepiva in busta paga per il proprio lavoro”.

E quindi l’ex ministro Toninelli che prima di vincere la lotteria delle elezioni, non ho ancora capito se fosse carabiniere o impiegato in un ufficio assicurativo andrà a prendere lo stipendio di carabiniere o di impiegato di assicurazione; e così all’ex ministro Bussetti, anche lì non ho ben capito se lo stipendio di insegnante o di dirigente scolastico, ma fa lo stesso; alla ex ministra Lezzi, ministro per il sud, lo stipendio di impiegata di terzo livello…….. e per chi come Di Maio e Salvini un lavoro non lo ha mai avuto? Nessuna paura: Reddito di cittadinanza!

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