di Stefania Piazzo – L’autonomia nelle sue forme previste dalla Costituzione non ha bisogno di un prestito dall’Europa per essere realizzata. Serve solo responsabilità di spesa, buon autogoverno. In una parola, politici all’altezza. Il federalismo, basta volerlo fare. Bilanci oculati, costi standard non sono una utopia. Come accade in regioni come il Veneto che ha saputo governare un cambiamento costante nel tempo.
Ora il ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia, dopo un vertice con le Regioni, per definire il piano di potenziamento sanitario dei territori finanziato dal decreto rilancio, afferma che l’autotomia è più vicina.
Entro fine mese i Governatori potranno esercitare le deleghe per rafforzare il loro sistema territoriale, spiega.
Ed ecco il “trucco”. Con i fondi del Recovery si potrà “attuare immediatamente il decentramento amministrativo, sottraendo pero’ le materie per cui dovranno prima essere individuati i cos adeguati. E questa decisione spettera’ al Parlamento”. Ma per colmare la distanza tra regioni virtuose e altre meno virtuose o svantaggiate servono tra i 70 e 100 miliardi. “Nei criteri di valutazione del Recovery Fund abbiamo inserito tra gli indicatori di priorita’ anche i Lep. E’ un’occasione unica che ci consentira’ di colmare un divario che rappresenta uno dei principali freni alla crescita. Non sfruttarla sarebbe gravissimo”.
Insomma, l’autonomia ce la presta l’Europa. Mentre sul residuo fiscale cala un silenzio di piombo. Ai governatori del Nord va bene così. Poi finiti i soldi del Recovery che si farà? Di sicuro ci sono gli interessi pagati da tutti per il debito fatto per coprire le solite sacche di “buon governo”.
