Meloni: Non siamo contro Draghi ma non accettiamo democrazia dimezzata

18 Febbraio 2021
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 “In molti hanno fatto dell’europeismo lo spartiacque su cui il nuovo governo è nato, ma in realtà si sarebbe dovuto parlare dell’adesione di una certa visione di Europa. Lo stesso Draghi, nel suo intervento programmatico, ha ben chiarito la sua prospettiva: quella di una sempre maggiore cessione di sovranità dagli Stati nazionali all’Unione europea. Ecco, noi abbiamo una visione diversa e non per questo siamo nemici dell’Europa”. Lo scrive la presidente di Fdi, Giorgia Meloni, in un intervento su “La Repubblica” nel quale torna a spiegare le ragioni dell’opposizione al governo Draghi. “Anzi. La famiglia dei Conservatori europei vorrebbe un’Europa migliore, capace di concentrare i propri sforzi su alcune materie importanti sulle quali può offrire davvero un valore aggiunto, anziché chiedere sempre più poteri senza spesso sapere nemmeno esercitarli”. “L’europeismo rischia di diventare una foglia di fico dietro la quale coprire un’operazione, quella del governo Draghi, costituzionalmente legittima ma politicamente senza eguali in Europa e forse nel mondo democratico”, sottolinea Meloni. 

“Già, perché nessun altro Stato europeo è guidato da un Presidente del Consiglio che non abbia ottenuto, direttamente o indirettamente, un mandato nel corso delle elezioni politiche”, e che, aggiunge Meloni, “un governo a guida tecnica nato nelle dinamiche di palazzo è un’anomalia soltanto italiana”, dato che “normalmente, nelle democrazie, il ricorso alle urne viene considerato il momento più alto e non una tentazione golpista”.

“Dal nostro punto di vista, quindi, non si tratta né di essere pro o contro Draghi, personalità certamente rispettabile, e nemmeno di essere pro o contro l’Europa, sulla cui costruzione futura è legittimo avere opinioni differenti”, sostiene la presidente di Fdi. “Si tratta, più semplicemente, di non rassegnarsi all’idea che quella italiana sia una democrazia dimezzata, nella quale il voto dei cittadini conta sempre meno e quando il gioco si fa duro arriva qualcuno calato dall’alto per provare a fare ciò che chi viene scelto dal popolo non saprebbe certamente fare. A questo racconto, che fa dell’Italia una Nazione arretrata e non un’avanguardia come si vuole raccontare, Fratelli d’Italia non si piegherà mai”. 

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