Mentre si discute in Italia del ddl Zan, di calciatori in ginocchio, poco lontano da noi nel cuore dell’Europa patria delle identità, accade anche questo. La Corte dei conti spagnola presenterà un conto di 1,9 milioni di euro ciascuno all’ex presidente della Generalitat di Catalogna, Carles Puigdemont e al vicepresidente, Oriol Junqueras per le presunte spese indebitamente sostenute per la promozione all’estero e la ricerca di sostegno internazionale al progetto indipendentista.
Promuovere un progetto che esprime il pensiero e le aspirazioni di un popolo è dunque uno spreco e un danno per l’erario.
Secondo quanto riferito dal quotidiano “El Pais”, la Corte dei conti chiederà nel corso dell’udienza di oggi complessivamente oltre 5,4 milioni di euro a leader 39 pro indipendenza per l’utilizzo dei fondi pubblici tra il 2011 ed il 2017. La negazione della sospensione del procedimento, come richiesto dagli indagati, farà sì che questo atto processuale, coincida con il primo colloquio al palazzo della Moncloa (sede della presidenza del governo), tra il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, ed il presidente della Catalogna, Pere Aragones, per avviare il dialogo dopo la concessione dell’indulto ai 9 leader condannati per il referendum illegale. L’indulto, infatti, non ha estinto le responsabilità contabili che sono indagate dalla Corte dei conti.
La battaglia dei catalani continua.