di Stefania Piazzo – Va sui tg la dichiarazione dell’astro rieletto del Pd, l’enfant prodige del centro sinistra, dal palco niente meno di Confesercenti, una platea di gente che sa far di conto. Enrico Letta con enfasi afferma di essere preoccupato per l’Italia. Soprattutto se si volge lo sguardo “in Olanda, in Austria bisogna essere molto attenti”. Essere d’accordo è facile.
E’ impossibile però esserlo con quello che il segretario pd afferma con una bulimia temporale e abbondanza cronologica che pare non essere stata rilevata da nessun commentatore o giornalista. “Non ci può essere un terzo dicembre come gli ultimi due”. Ma come, tre? Scusi, segretario, nel 2019 ancora doveva arrivare il paziente 1. Quel Natale, quel dicembre del 2019 è l’ultimo ricordo di normalità che possiamo desiderare che torni in fretta. Eravamo ancora inconsapevoli e impreparati davanti alla terza guerra mondiale per pandemia che sarebbe piombata sui nostri destini. Magari ci ricorderemo il dicembre ma del 2020, nel pieno della tempesta dopo la catastrofe politico-pandemica e il 2021, un piede dentro e uno fuori e sappiamo grazie a chi.
Poi Letta chiude affermando che “La sicurezza è garanzia di libertà e progresso… Credo che non ne possiate più di sabati finiti con chiusure, nei giorni così importanti per voi”. Eh beh, ti credo, se poi i dicembre sfigati diventano anche tre… A qualche esercente in sala non sarà venuta voglia di dare il resto al distratto Enrico? Forse per rispetto del ruolo, o facendo la tara, si lascia correre. Meglio dimenticare l’errore e archiviare i tg che non se ne accorgono. Tanto per cambiare.