di Giovanni Robusti – Questa è l’epoca della narrazione. Non è quello che vediamo ma quello che ci raccontiamo, che narriamo a noi stessi. O che altri narrano e noi accettiamo, condividiamo. In soldoni: ci dicono, ci diciamo delle balle e ci crediamo anche. Almeno sino a quando l’evidenza non ci sorprende, ci stupisce.
Le aziende non vendono più prodotti ma sogni. Creano bisogni che altrimenti non sarebbero tali. Anche la politica, dalla fine del secolo scorso, ha imparato la lezione. Sono finiti i partiti e con essi il piedistallo su cui si basa la Costituzione. Oggi abbiamo delle organizzazioni strutturate sui leader che fatturano “voti”. Finito il leader, finita la relativa struttura. La gente non vota più e quando lo fa è per fede, per tifoseria, per appartenenza più che per condivisione di strategie, proposte, analisi e soluzioni. Lo spot dei rotoloni!
Per fortuna ogni tanto qualche fatto, situazione, riscontro, ci fa vedere la realtà. Le Olimpiadi purtroppo sono finite. Per 15 giorni ci eravamo tolti di mezzo dibattiti improbabili, dichiarazioni recitate a favore di telecamera. Interpretazioni di parte di fatti, altrimenti univoci.
Per quindici giorni ci siamo tolti di mezzo anche i politici. Non che fossero in ferie perché le camere sono state al lavoro per convertire i decreti “urgenti” che ormai sono l’unico strumento legislativo che il Parlamento approva senza se e senza ma.
Dalle Olimpiadi sono spariti i politici dalla dichiarazione facile e spesso fantasiosa. Perché per una volta i fatti palesi, inconfutabili, hanno smentito la narrazione.
La “razza” italica, il paese della “sovranità alimentare”, i tratti tipici della popolazione di una nazione, sono parole che riecheggiano nelle affermazioni di alcuni politici, Ma l’immigrato o figlio di immigrati, è diventato il campione che rimpolpa il medagliere olimpico nazionale e corre per lo stadio con il tricolore. La realtà di un paese che nei fatti vive una integrazione reale, e che ha sbriciolato la narrazione della politica che cerca solo consensi di bassa lega.
Ogni tanto anche TeleMeloni è costretta a riprendere la realtà. I soliti noti, a ogni livello, zitti e muti. Arricchito il medagliere si sono voltati dall’altra parte.
Niente di nuovo sotto il sole mediterraneo.
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