di Cassandra – In questi ultimi mesi, gli ultimi provvedimenti in particolare quelli legati all’emergenza Covid, hanno mostrato un Governo confuso, prigioniero di concessioni ai partiti. Sbandamenti che la maggior parte degli osservatori politici interpretano come un dare e avere del premier Draghi per avere il più ampio consenso possibile in vista del voto per il Quirinale.
Alla vigilia del quarto giorno dove “basterà” la maggioranza per farcela, il nome di Draghi si fa sempre più forte. Sempre ammesso e concesso che il governo che seguirà trovi nelle segreterie di partito tutte le caselle richieste dai leader nei posti desiderati. La Lega, bruciate le terne e pure la Casellati, cosa resta da giocare se non posti di garanzia nella compagine governativa? Potrebbe, nelle ipotesi in campo, bastare il Viminale, la testa della Lamorgese, per avere Draghi presidente della Repubblica? Ma non era già stato Giorgetti a dire che Draghi poteva senza problemi succedere a Mattarella perché tanto le cose più importanti erano già state avviate e che, tutto sommato, questa era già nei fatti una Repubblica semipresidenziale?
Ma in questo quadro, Fratelli d’Italia, che gioco giocherà in futuro? Cosa accadrà al centrodestra?