di Mario Borghezio – Come presidente della Fondazione Federalista per l’Europa dei Popoli ho
promosso a Torino il 25 marzo, il primo di una serie di convegni, ospitati dalla prestigiosa sede della casa editrice Aragno, sulla storia dei movimenti autonomisti, partendo dal Piemonte.
Una memoria dimenticata, incredibilmente, proprio quando, dopo infinite difficoltà, la questione dell’autonomia è pervenuta ad avere una sua attualità persino nelle aule del Parlamento romano.
A distanza, peraltro, di oltre 75 anni dalla promulgazione della Costituzione….
Nel frattempo, salvo rare eccezioni fra cui un testo fondamentale edito dalla Fondazione Oneto, la pubblicistica politica e financo quella più propriamente storico-politica ha steso un velo di oblio su tutta una storia oltremodo significativa.
La Fondazione intende porre rimedio a questa colpevole rimozione della memoria di quanti, almeno a partire dalla Carta di Chivasso, ma certo anche antecedentemente, hanno dato forza, impegno pubblico, contributi dottrinali di spessore all’istanza regionale autonomista.
Un patrimonio morale, di cui lo stato attuale della politica rende da un lato necessaria la riscoperta, ma che dall’altro lato rappresenta la risposta all’esigenza di ridare piena legittimità ed attualità ad una battaglia politico-culturale di grandissimo spessore. Ciò, tenendo conto che in tutta Europa l’anelito di libertà delle “nazioni senza Stato”, dalla Catalogna alla Scozia, risulta vivissimo e tale da mobilitare migliaia e migliaia di militanti.
Non possiamo pensare che la sacrosanta battaglia politica finalizzata al risveglio del nord padano-alpino possa essere condotta efficacemente senza prima fissarne bene le basi storiche ed etnoculturali e quindi metapolitiche.
C’è quindi tutta una strategia “gramsciana” da elaborare e da attuare per riorientare in senso propriamente autonomista i quadri della società, ma soprattutto le giovani generazioni, che incarnano tutte le nostre speranze.
Il nostro impegno quindi, al di fuori e al di sopra di ogni contingente interesse politico-elettorale, si deve perciò rivolgere a quelli che, in ogni situazione di decadenza politica e morale, anziché ricevere l’esempio dagli anziani, lo danno essi stessi con la propria strabordante energia e capacità di mobilitazione.
C’è un drapò, glorioso ed invitto, che un tempo sventolò sotto il cielo dell’Assietta, che attende braccia giovani e vigorose che lo facciano di nuovo sventolare nel nostro bel Piemonte. E’ quello che, con il nostro massimo impegno, cerchiamo di propiziare con questa iniziativa.
Mario Borghezio
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