di Roberto Gremmo – Una volta si diceva che la verità si conosce o dai bambini o dagli ubriachi.
Per sapere la verità su come siamo mal messi in Italia basta leggere il rapporto semi-segreto e declassato a bozza del Servizio Bilancio del Senato.
Che la dice chiara: senza il drenaggio forsennato delle risorse del Nord non si manterrebbe il Sud.
Anche la concessione alle regioni padano-alpine di una pur minima autonomia costringerebbe ad imporre “maggiori oneri a carico della finanza pubblica” che preferisce rapinare i “polentoni” malcontenti ma ubbidienti, invece di tagliare le spese militari, mantenere un elefantiaco apparato burocratico e soprattutto gettare risorse nel pozzo senza fondo del clientelismo meridionale, primo nemico della povera gente del Sud.
Da quando una “manina” ha reso pubblico questo dato di fatto, com’era prevedibile, e’ iniziato il consueto è scontato teatrino recitato da una classe politica tutta unita nel temere vere riforme ma, in un osceno gioco delle parti, apparentemente schierata su fronti contrapposti.
I sedicenti rappresentanti del Sud che urlano alla luna come difensori di territori lasciati in abbandono o gettati in bocca alla mafia, recitano la parte del perseguitato e sbraitano contro la “secessione dei ricchi” e temono che la gran pacchia delle elargizioni clientelari statali possa finire, se mai dovessero ridursi le risorse oggi prelevate al Nord.
Per parte loro, i ministeriali mohitisti mezzobusti televisionari, si arrampicano sugli specchi e tentano di dimostrare che le loro autonomie di facciata non sono un rischio per nessuno; cosa peraltro verissima, perché per accontentare gli alleati infiammati anche le minime concessioni agli enti regionali saranno vanificate da un più forte, regimistico e totalitario, potere centrale presidenzialistico.
Lo spettacolo di arte varia riempirà giornali amici ed animerà tavole rotonde soporifere, solleverà un bel polverone, a beneficio dei grulli, poi la recita cambierà copione. E, in un modo o nell’altro, il Nord sarà spogliato, il Sud avrà le briciole e l’imperialismo straccione italiano potrà spedire armi in guerra, in barba alla sempre evocata carta costituzionale. In attesa di nuovi “consensi” dove una caricatura di democrazia fa vincere chi ottiene la maggioranza d’un voto espresso da meno della metà degli elettori.
Passati i bei tempi quando migliaia di persone si radunavano sul Po per proclamare che il Nord non e’ una vacca da mungere e la casta politica aveva paura. Già allora si credette vicino il cambiamento federalista e l’inizio del bengodi autonomista. Ma il sogno duro’ poco.
E la farsa continua.