di Roberto Paolino – Il conflitto in Ucraina che coinvolge in prima persona l’Europa sta davvero preoccupando tutto il mondo. In Italia è partito il dibattito su l’aumento delle spese militari. Non si tratta di un provvedimento di oggi, anzi. Il suo inizio è nel 2014 quando i Paesi della Nato firmarono un trattato che in soldoni diceva che gli alleati che spendevano meno del 2% del PIL in ambito militare, tra cui il nostro Paese, dovevano evitare ogni riduzione per questa voce di spesa.
Seguendo le indicazioni della Nato entro il 2024 dovevano arrivare al 2%. Ricordiamo che non era e non è un impegno vincolante ma rappresenta un patto politico e d’onore dei vari paesi componenti. Questo fu rinnovato e sottoscritto da tutti i Paesi e per quanto riguarda l’Italia fu firmato dal Presidente del consiglio di allora Matteo Renzi.
Successivamente l’impegno è stato rinnovato dai governi degli anni seguenti ovvero 2016 Renzi nel 2018 e nel 2019 da Giuseppe Conte, e nel 2021 da Mario Draghi.
Quanto sta avvenendo ovvero il no deciso dei cinque stelle per bocca del loro Presidente Conte evidenzia come non mai quanto i politici italiani siano inaffidabili e poco seri in quanto come sempre non onorano non solo la parola data ma come nel caso di Conte neppure la propria firma.
Detto ciò bisogna precisare che il conflitto in atto ha spinto altri Paesi al rialzo delle spese militari. Per esempio la Germania si appresta ad aumentare le spese di 100 miliardi di Euro per raggiungere la soglia del 2%.
La notizia è importante in quanto la Germania non aveva mai investito somme così grandi per la spesa militare. Il crollo del comunismo aveva fatto sperare in un mondo senza tensioni e senza conflitti, economicamente più promettente sia per chi si era affrancato da una dittatura sia per il mondo occidentale. Purtroppo i fatti ci hanno puntualmente smentito in quanto oggi stiamo vivendo un tensione in Europa davvero drammatica e pesante.
Io non mi tiro mai indietro nel dire la mia e lo faccio sempre onestamente e seriamente per cui il mio pensiero è il seguente: io non sono un guerrafondaio e come tutti amo la pace e non la guerra che odio, Ma si ci doveva pensare prima di prendere gli impegni perché, come avviene per tutti noi, vanno onorati, la situazione è complessa e andrebbe vista con distacco e, soprattutto, guardando agli interessi nazionali troppe volte ignorati e calpestati in nome di una presunta solidarietà euro-atlantica.
Certo, nessuno vuole la guerra ma come dicevano i latini “si vis pacem para bellum” ovvero se sei un paese forte è difficile che ti attacchino, e in questa fase del mondo dove succede davvero di tutto, è bene essere pronti a difendere i nostri confini.
Ribadendo il concetto però che non dobbiamo essere subalterni alla Nato, essa nacque nel 1949 perché il mondo di allora si trovava diviso in due blocchi. Serviva per mantenere la sicurezza e la stabilità delle nazioni che ne facevano parte. Ma domandiamoci se sostanzialmente serviva come deterrente nei confronti dell’Unione sovietica e i blocchi dell’Est, perché una volta caduto il muro di Berlino e il dissolvimento del regime non fu sciolta? Anzi, dopo il 1994, approfittando della dissoluzione della ex Jugoslavia intervenne attivamente nei conflitti etnici e militari che ne seguirono.
L’Europa deve smettere di permettere agli Stati Uniti di avere un influenza politica e territoriale nei confronti di se stessa.
Per cui si rende davvero necessario costruire l’Europa politica e dei popoli. Anzi, è di primaria importanza mettersi al lavoro per costruire gli Stati Uniti d’Europa riconoscendo le diversità di ognuno in un accordo federalista, chiaro serio, perché la più grande sconfitta dell’Europa è che a fare da mediatore tra Russia e Ucraina sia il dittatore Turco.