Il motore del Paese sono la Milano-Venezia e la Milano-Bologna ma chi ne deve parlare parla solo di migranti e aggressione alla “patria”

27 Dicembre 2020
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di RICCARDO POZZI – In queste settimane di spettacolare drammaturgia politica è bene ricordare un vecchio adagio: quando scoppia un incendio è saggio guardare dalla parte opposta.

Cosa diavolo sta succedendo? Semplice. Basta guardare nella direzione opposta.

Il mostruoso debito pubblico è annualmente incrementato dal deficit cronico, ossia dal fatto che l’Italia spende regolarmente più di quello che incassa, che tradotto in soldi significa che le sole tre regioni a residuo fiscale attivo non riescono a colmare il residuo fiscale passivo che fanno tutte le altre.

Tutti i governi dal dopoguerra ad oggi non sono mai riusciti ad abbassare il fabbisogno dello Stato ma solo a fare nuovo debito. Per questo la colpa dei nostri debiti è nostra e non del tedesco usurpatore, dei nostri forestali inutili, dei nostri consiglieri regionali che guadagnano più di Trump, dei nostri invalidi completamente inventati, del nostro esercito di portaborse che invadono il grande raccordo anulare il venerdì mattina, per iniziare il weekend prima che i lavoratori smettano il loro turno, è colpa di chi ha creato i nostri pensionati baby che manteniamo da 40 anni e di quelli ai quali permettiamo di ricevere denaro che non hanno versato, è colpa delle nostre municipalizzate senza concorrenza che foraggiano i partiti, delle nostre tre regioni militarmente occupate dalla criminalità e delle altre in avanzato stato di occupazione, dei nostri quartieri abusivi ma regolarmente serviti da energia elettrica e fognature.

La colpa è solo e costantemente nostra, anche se sarebbe suggestivo seguire il mantra del nuovo marxismo che disegna il complotto oligarchico euro capitalistico, sarebbe bello pensare che tutto sia dipeso da quello sciagurato cambio con la nuova moneta, sarebbe immensamente comodo pensare che la seconda manifattura d’Europa, una delle potenze industriali del mondo sia tenuta in scacco dall’intera UE per motivi ideologici.

Ma la realtà è diversa.

In realtà il nostro motore economico si snoda su due direttrici di modesta lunghezza, la Milano-Venezia e la Milano –Bologna. La grande potenza industriale, in realtà, è tutta qui. Il resto è produzione di deficit.

La cosa più paradossale è osservare il capo dell’unica forza politica che dovrebbe parlare di tutto questo lanciare fatwe, gridare ai profanatori del tempio, e all’aggressione della patria. “La Patria?”

Quando tutta la politica grida con sdegno all’aggressione, è sempre saggio guardare verso il lato opposto.

Photo by Alexandr Hovhannisyan 

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