Il mito della laurea e del posto statale prevale al centrosud. Ma dominano i partiti dei laureati “a capo dei poveri”, come diceva don Milani

13 Maggio 2022
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Il centrosud domina lo stato italiano col suo partito dei laureati.

di Sergio Bianchini – La quota dei laureati che finora si è cimentata come imprenditrice è del solo 7,1 per cento per un totale di 205mila laureati. È quanto emerge da uno studio, il primo sull’argomento, presentato a Roma e realizzato da Almalaurea in collaborazione con Unioncamere nel 2020.

Obiettivo era indagare sull’imprenditorialità dei laureati italiani. E incrociando i dati relativi al tessuto imprenditoriale nostrano e quelli dei circa 2 milioni e 900mila laureati tra il 2004 e il 2018, le imprese fondate da laureati sono risultate essere 236mila. 

«Le imprese fondate da laureati rappresentano il 3,9 per cento del totale delle imprese presenti in Italia a settembre 2019» recita il comunicato. …..«Sembrerebbe quasi che la laurea disincentivi l’imprenditorialità» fa notare nel suo intervento Alberto De Toni, presidente della fondazione che riunisce i rettori italiani, la Crui”.

Ma quanti sono i politici con la laurea? Alessandro Di Battista disse che “l’88% dei nostri è laureato, vantiamo titoli accademici e master”. Sulla stessa lunghezza d’onda Beppe Grillo, che annunciò con orgoglio sul blog che “quello del Movimento 5 Stelle è il gruppo con la maggiore percentuale di laureati: l’88%, in coda alla classifica il Pd con il 67% e la Lega con il 40%”.

E’ evidente che il partito del sud rappresenta un ceto medio che vede nella laurea e nel posto statale la sua meta fondamentale che da 40 anni persegue, trovando proprio nel posto statale uno sbocco lavorativo, in primis la scuola seguita dalle innumerevoli organizzazioni ministeriali o parastatali. Il programma di questo partito non a caso consiste nel dilatare i posti statali e la spesa pubblica. Ovviamente non gli interessa la parità di bilancio e la riduzione delle tasse che gravano mostruosamente sulle imprese.

Imprese che in italia sono in grandissima maggioranza medio piccole ad un livello da vero e proprio primato nel mondo occidentale.

Dati Istat alla mano il 95% delle imprese italiane ha meno di 10 dipendenti. L’altra caratteristica tutta italiana è che il 67% delle piccole e medie aziende è a conduzione o matrice familiare. La grandezza industriale dell’Italia, che è ancora la settima o ottava nel mondo, si basa sulla piccola media impresa con conduttori senza laurea.

Il PD, col suo 67% di politici laureati contiene la contraddizione tra statalismo e rappresentanza del lavoro. Da partito egemone in Italia centrale è diventato sempre più un partito del centrosudismo, posizionato intorno allo sviluppo statale romano. Ma con forti contraddizioni interne che si rivelano apertamente sia in Emilia che in Toscana.

Voglio ricordare a tutti cosa pensava il tanto amato e rinomato prete toscano Don Milani (alla fine degli anni 60) sulla questione dei professori e della laurea con citazioni dal famoso libro “Lettera a una professoressa”:

Le segreterie dei partiti a tutti i livelli sono saldamente in mano ai laureati. I partiti di massa non si differenziano….

i partiti dei lavoratori non arricciano il naso davanti ai figli di papà. E i figli di papà non arricciano il naso davanti ai partiti dei lavoratori. Purchè si tratti di posti direttivi. Anzi è fine essere ”coi poveri”. Cioè non proprio ”coi poveri”, volevo dire “a capo dei poveri”. Pag 76

Alle camere i laureati sono il 77% …..ma gli elettori laureati sono l’1,8% ….sarà dimostrato che c’è un partito più grosso dei partiti: il Partito Italiano Laureati. Pag. 77

.il vostro orario è indecente……..pag .88

.lo sciopero…è un diritto sacro del lavoratore. Ma con l’orario che fate il vostro sciopero fa schifo….Coll’orario che fate la scuola è guerra ai poveri. Se lo stato non può imporvi aumenti d’orario non può fare scuola…..Finora si diceva che la scuola statale è un progresso rispetto alla privata….bisognerà ripensarci…… Pag.89

Ci sono decine di migliaia di posti scoperti nelle medie. Li avete dati a chiunque fosse della razza laureata..(farmacisti, veterinari, studentelli….). Li avete negati ai maestri che avevano anni di esperienza nella scuola. … i deputati che c’è ora non apriranno mai le medie ai maestri. Al contrario………propongono di esigere la laurea anche per chi insegna nelle elementari…….Però quando vanno a parlare col maestro…parlano come ..a uno di casa. ….collaborano. Quando parlano col professore delle medie misurano le parole…. Lo sanno anche loro. I maestri valgono perché sono stati poco a scuola.

I professori sono quello che sono perché sono tutti laureati. Pag .114

Per ora mi fermo ma sono sempre più convinto. Si, il mito della laurea deve proprio essere accantonato in nome di un equilibrato rapporto tra studio e lavoro, tra pratica e teoria a cominciare dalla scuola. Ed è proprio qui che oggi l’Italia è squilibrata, molto più di altri paesi a cominciare dalla Germania dove il lavoro e l’alternanza scuola lavoro sono normali.

Ma questa necessità può essere ribadita oggi proprio e solo dal nord che purtroppo sul terreno della battaglia teorica è quasi assente e soggiace filosoficamente al mito burocratico.

Immagine tratta da https://www.donmilaniprato.edu.it/

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