di Stefania Piazzo – Colpisce, tra la miriade delle cronache di guerra che appaiono una, ahimè, simile all’altra nella trama della disperazione e dell’orrore, una che sicuramente e fa fare, per certi aspetti, “un salto di qualità”. Ed è quella della proposta di scambio di prigionieri. Si tratta di due combattenti britannici catturati in Ucraina dalle forze russe e il cui video è stato trasmesso dall’emittente statale “Rossija 1”.
I due hanno chiesto di venire scambiati con Viktor Medvedchuk. Shaun Pinner e Aiden Aslin, così si chiamano i due soldati, hanno lanciato il loro appello al proprio premier, Boris Johnson, con la preghiera di aiutarli a riportarli a casa. Ovviamente non a costo zero bensì con un scambio, appunto, di prigionieri, in modo che gli ucraini “restituiscano” a Mosca Medvedchuk, oligarca e politico filorusso evaso dagli arresti domiciliari a fine febbraio e successivamente catturato dall’Sbu, il servizio d sicurezza di Kiev.
Sin qui la notizia, nuda e cruda. Una sola considerazione. Anzi, un interrogativo. Ma questa proposta di scambio non fa venire alla mente nel breve video una sovrapposizione con i metodi dell’Isis, quando veniva proposto un baratto umano minacciando altrimenti il peggio per i prigionieri? Combacia o no questa tattica propria del fondamentalismo islamico con un altro tipo di fondamentalismo di regime? L’estremismo fondamentalista ha qualcosa in comune con il fondamentalismo russo putiniano? E’ una eresia pensarlo o questa guerra esplorerà tutte le vie possibili, pur di finirla qui?