Ha ragione Giorgia

1 Febbraio 2022
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di Stefania Piazzo – Le considerazioni di Giorgia Meloni sulle acrobazie elettorali di Matteo Salvini su Mattarella non fanno una grinza, a prescindere dai giudizi sulla statura indiscussa del presidente. Nel metodo e nella sostanza, secondo la leader di Fdi, il segretario leghista ha peccato di coerenza, di lealtà tra alleati. Ieri sera, chi ha avuto l’occasione di ascoltare Giorgia a Quarta Repubblica, le ha sentito pronunciare questo: “Secondo me è folle quello che ha fatto Salvini, folle per lui non per me. Dieci minuti prima della nota di Mattarella mi ha scritto: ‘Se sei nel tuo ufficio salgo’. E poi è uscita la nota di Mattarella. Sono delusa, per il metodo e per il merito”, ha aggiunto. Vi siete più sentiti? “No”. 

Meloni prosegue: “Tra l’altro ero contenta per come avevamo lavorato insieme con Salvini in questa ultima fase e per come il rapporto sembrasse tornato solido”.

Storia finita? Chi lo può mai dire, c’era chi non avrebbe mai più preso un caffè con Umberto Bossi e poi c’è tornato insieme. C’era chi scriveva su la Padania Berluskaiser e tessera P2 numero…. e poi ne è diventato l’alleato più solido. Quindi, in politica, uno più uno non fa mai due. Ma si parlava di altre figure della politica.

Qui si tratta di registrare funamboliche imprese, via dal governo mentre si balla sui cubi in spiaggia, poi il ritorno a Canossa, poi mai più Mattarella e poi con Mattarella facendo cucusettete alla Meloni, infine due giorni dopo la federazione stile America, mentre pezzi consistenti di centro pensano già al futuro, una coalizione di centro, non sovranista come Salvini, con un ritorno al proporzionale, così da rendere impossibile alla destra, di Salvini e Meloni, di governare al prossimo giro. Tutto reso possibile dallo strappo di Matteo che ha agito sul Quirinale come uno alle prime armi in una sezione di partito. Che è poi più o meno la valutazione che si può dare in generale a diversi big, purtroppo, sulla scena politica.

E’ folle, va aggiunto, non avere una classe politica all’altezza del proprio ruolo, con decisioni prese da una minoranza ci cittadini tesserati ai quali non viene chiesto di produrre un curriculum, requisiti sostanziali per decidere sulla vita della comunità.

Quando, da ragazza interessata alla politica, frequentavo corsi di formazione – obbligatoria – per imparare le basi grammaticali di questo mondo, la prima frase storica che venne pronunciata dall’organizzatore, fu quella di Ralph Nader, “Se non ti occupi di politica, sarà la politica ad occuparsi di te“. Che è poi il pensiero di Pericle, “Solo perché non ti curi di avere un interesse alla politica non significa che la politica non si prenda un interesse su di te”. Ma l’interesse deve partire dalla scuola, dalla coscienza civica che non entra più nelle aule, nell’interesse per il bello che non sono le foto su Instagram o le serie sulle piattaforme a pagamento. Più cultura e meno propaganda, magari, potrebbero generare leader illuminati, anche solo di riflesso.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
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