Grazie, Meloni! Il premier cita San Benedetto. Quello dei monasteri del Nord da cui partirono i Liberi Comuni e nacque l’Europa cristiana

26 Ottobre 2022
Lettura 2 min

di Stefania Piazzo – A differenza di un vicepremier che in una non lontana campagna elettorale aveva fatto un lungo elenco di santi e chiesto l’invocazione della Madonna per vincere le elezioni sotto la protezione mariana, il premier Giorgia Meloni è stata molto più cauta e parsimoniosa, limitandosi a pescare dal cielo solo Carol Wojtyla e San Benedetto da Norcia.

Il primo fu il papa dei giovani, del crollo del comunismo. Così lo possiamo in estrema sintesi ricordare. Fu il papa che rivendicò all’Onu l’autodeterminazione dei popoli. E che invocò pure la prudenza necessaria nell’accoglienza dei migranti. Il secondo citato dal premier è il santo che diede impulso alla nascita dell’Europa cristiana, quella costellata da monasteri e da una nuova visione di economia. Fantastico.

San Benedetto è patrono d’Europa. Tanta roba. E’ l’Europa che semina il primo liberismo, nato col saio, non è l’assistenzialismo di Stato. I conventi erano ben altro. E’ pure l’Europa della cultura, dei centri scrittori che hanno tramandato tutti i classici (eterna riconoscenza ndr) quella di Benedetto, non delle frasi facili ad effetto. Ed è l’Europa dei Comuni, non degli Stati centrali, dei nazionalismi.

Non era un esercito quello dei pensatori che costruirono le trame della civiltà ma, citando Arnold Toynbee, storico britannico apprezzato dal papa emerito bavarese, una società dipende sempre «dalle minoranze creative». Quelle che oggi non vediamo in politica. Non ci sono minoranze ma gruppi di potere e quanto alla creatività, ci si affida ai webmaster. O, almeno, per qualcuno è stato così per parecchi anni.

Se proprio volessimo guardare al passato, dovremmo citare  i gesuiti e la scuola spagnola di Salamanca, nel XVI secolo, grazie ai quali venne dichiarato che la libertà si sposa con la responsabilità economica. Vedi autonomia, vedi in chiave moderna una confederazione di stati o regioni confederati. E che dire dell’economia curtense, anche questa nata nelle abbazie? Ancora autonomia e difesa delle risorse territoriali. Prima i territori, dicevano…

Nei conventi e nell’Europa delle cattedrali, si coniugava l’etica allo sviluppo e che, indirettamente, si anticipava il principio di vigilanza sull’accanimento interventista e assistenziale dello Stato che preleva e redistribuisce.

Era il Medioevo illuminato, che fissava le regole dello scambio, del cambio, del credito, delle banche… E’ il primo capitalismo.

Oggi si convocano e si sconvocano raduni a Pontida, per dire altro. Pontida è fuori moda. Al massimo è folclore. Eppure erano i Comuni il centro del progresso. E’ da loro, dai Comuni, che è nata l’idea di Europa. Non dagli Stati. Qualcuno giustamente diceva che i troni vengono dagli uomini, e i Comuni (quelli che nessuno più si fila, vero?) vengono da Dio. Intanto ringraziamo il premier per aver ricordato un santo che ha aperto la strada alle autonomie e alle libertà. Carol ha fatto venir giù un regime e ribadito il principio di autodeterminazione. Ora si provi a ricostruire un paese lacerato iniziando a liberare i Comuni. Superando lo statalismo e il nazionalismo infertile.


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