Forza Nord – Dalla strategia del senatore di Reggio Calabria al tentativo della base leghista di cambiare un partito leninista

20 Maggio 2022
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di Roberto Gremmo – Nel panorama politico dobbiamo registrare due interessanti novità: la plateale polemica della ministra Gelmini contro il residuale cerchio magico (sudista) che porta al lumicino i consensi a Forza di Italia e la quasi contemporanea proposta federativa lanciata da Capitan mohito allo stesso partito di un sempre più spento Berlusconi (ora a trazione meridionale) con il progetto di liste uniche prima e di fusione poi.

Davvero geniale l’idea del grande condottiero senatore di Reggio Calabria di recuperare consensi con massicce trasfusioni “succhiate” ad un gruppo politico in fase discendente, tanto più che sarebbe favorita dalla crescente meridionalizzazione sia di Lega che di Forza Italia. Può avere successo ? E le forti tensioni fra i forzisti non nascono proprio perché cresce lo sconcerto in molti che avevano creduto nel partito liberale di massa a trazione dei ceti produttivi del Nord?

Personalmente penso farà poca strada, ma se dovesse andare a segno, libererebbe molte energie e spariglierebbe le carte, metterebbe in difficoltà i fratelli con la fiamma, collocherebbe il Capitano  in area centrista e non lo obbligherebbe a fare il baciapile per rendersi moderato, uomo d’ordine e uomo del buon governo.

La sua (ammesso che sia farina del suo sacco) sarebbe davvero una gran pensata. Che può naufragare proprio se i dirigenti di Forza Italia che oggi sono perplessi dovessero davvero far emergere tutto il loro disagio. Il loro dissenso potrebbe trovare un grosso aiuto in tutti quelli che anche in Forza Italia si schierano non da oggi sul fronte dell’autonomia e del federalismo, idee che il nazionalismo del Capitano tende per sua natura a snaturare ed archiviare.

Il novarese Cota che vanta un passato non inglorioso nella Lega Nord ha già mostrato che in Forza Italia possono trovare legittimamente casa persone che non rinnegano ma rinverdiscono il loro ideale nordista. E non è il solo e non mancano altri esponenti di Forza Italia che nelle regioni del Nord continuano a credere nelle autonomie ed in un decentramento che tagli le unghie alla rapacità del governo centrale. E proprio loro, più di tutti hanno il diritto e dovere morale di opporsi a questa sciagurata fusione.

All’interno della Lega qualcosa si muove e questo è un altro fatto positivo. Ma a quelli che sperano di ribaltare la linea con un franco (sic !) confronto politico con i riti bizantineschi e manipolatori dei congressi di partito sento di dover fare, con tutta simpatia, una sola domanda: avete dimenticato che uno che conosce bene le cose come l’ex ministro Maroni vi butta sempre in faccia ad ogni piè sospinto che la Lega è l’ultimo partito leninista? Volere ancora illudervi? E, purtroppo, illudere?


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