Democrazia sconfitta dal potere totalitario. Della Chiesa.

10 Giugno 2022
Lettura 3 min

di Sergio Bianchini – Consideriamo la situazione Italiana, dove il sistema parlamentare dei partiti e la tripartizione del potere in esecutivo, legislativo, giudiziario sono pienamente applicati senza nemmeno più la presenza sovrastante di una monarchia abolita nel 1948.


Metà degli elettori non va più a votare, il malcontento verso il governo supera da decenni il 50% e quello nei confronti della magistratura ormai supera il 70%.
Lo scontro permanente tra i partiti e la ormai indefinibile distinzione destra sinistra ha creato una spossatezza ed una ingovernabilità del paese a cui si cerca di supplire con leggi elettorali che uccidono la proporzionalità dei voti. Non riuscendo a determinare con tecniche elettorali la governabilità si perviene necessariamente alla grande coalizione di quasi tutti i partiti che fino al giorno prima si maledicevano e continuano a farlo anche dopo l’alleanza di governo.


L’ingovernabilità dei paesi europei è forte quanto quella Italiana, basta osservare la grossa coalizione tedesca o il meccanismo delle votazioni francesi dove a governare va un partito che ha meno del 30% dei voti.
Dall’altro lato il Regno Unito, portato come massimo esempio e creatore del parlamentarismo, vede in realtà una forte presenza dello storico potere monarchico che, pur ingentilito dalla retorica della graziosa vecchia regina, ha un ramo del parlamento (la camera dei lord) tutto di nomina regale e dove sono stabilite le quote di seggi destinate alla chiesa, ai lord ereditari e a quelli con nomina regale a vita. Un equilibrio dinamico che per duecento anni ha garantito la supremazia inglese nel commercio e nella finanza mondiale.


La Spagna, dopo la caduta del Franchismo ha visto il ripristino della monarchia forse per una consapevolezza diffusa che servisse un argine alla litigiosità simil-italiana che, come da noi, si manifesta nella cronica instabilità politica e perfino con forti spinte secessionistiche.


Gli Stati Uniti, i quali dopo il 1945 hanno tolto al Regno Unito la palma della democrazia liberale, hanno un grado di lacerazione interna ormai spettacolare che lo scontro Trump Biden ha evidenziato totalmente. Ma anche la vicenda sociale ordinaria del paese è caratterizzata da una violenza fortissima, decine di volte più grande di quella europea. Una condizione dove razzismo, autoritarismo poliziesco, sparatorie micidiali di psicolabili super armati, droga, criminalità che vede circa un milione di detenuti, e differenze sociali scandalose sono ormai la notizia quotidiana.


Dunque dove è il faro strategico delle democrazie? Si dice che però c’è la libertà di opinione, la libertà del dissenso. Ma il caos dell’informazione e le lotte aperte o sotterranee per condizionare l’opinione pubblica hanno raggiunto un tale livello che cresce costantemente il numero di coloro che non si fidano più di nessun informatore.


Anche i “totalitarismi”, quei paesi dove non vige pienamente il sistema parlamentare e informativo “occidentale”, non sono tutti uguali. In essi l’esecutivo è sostenuto apertamente dalle forze armate le quali sono, seppure alla fine, il fondamento del potere anche in “occidente”.


Ma anche nei paesi “blindati” da un potere militare, specialmente africa e centro-sud America, l’instabilità è continua e le alleanze , i programmi, gli schieramenti geopolitici mutano continuamente nella ricerca senza fine in primo luogo della prosperità.


In Asia si erge il totalitarismo cinese che viene indicato in occidente come il principale nemico della civiltà e dei valori dell’occidente.

L’occidente finge di ignorare le reali condizioni del consenso popolare verso il governo che superano abbondantemente il 50% creando una sordida invidia nei “democratici” che lanciano la stanca e stupida accusa al totalitarismo dove secondo loro (sia in Cina che in Russia) vige il sistema di “un uomo solo al potere”.


Nessun potere nella storia si è mai retto a lungo su un arbitrario decisionismo di un capo bensì sulla capacità e la guida di un capo riconosciuto perché capace di unire la maggioranza delle volontà e delle forze di una certa situazione. E direi che perfino l’attenzione all’opinione pubblica è fortissima nei sistemi “totalitari”, dato che tutti sono consapevoli della sua importanza.


Curiosamente in occidente avere contro circa la metà dell’opinione pubblica è considerata ormai una condizione normale del governo.
Ultimo paradosso: in Italia la maggiore fiducia degli Italiani è ormai riposta nella chiesa cattolica la cui struttura organizzativa è l’esempio più limpido di un potere totalitario, quello del Papa a cui la costituzione vaticana attribuisce la seguente definizione:
Art. 1

  1. Il Sommo Pontefice, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano, ha la pienezza dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario.
  2. Durante il periodo di Sede vacante, gli stessi poteri appartengono al Collegio dei Cardinali, il quale tuttavia potrà emanare disposizioni legislative solo in caso di urgenza e con efficacia limitata alla durata della vacanza, salvo che esse siano confermate dal Sommo Pontefice successivamente eletto a norma della legge canonica.

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Direttrice: Stefania Piazzo
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