Ddl Zan, ovvero come il Vaticano ha stravinto la partita

25 Giugno 2021
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di Luigi Basso – In questi ultimi giorni ha fatto molto scalpore in alcuni ambienti la Nota Informale (attribuita al Cardinale Paul Richard Gallagher) con la quale la Santa Sede ha sostanzialmente richiesto allo Stato Italiano di verificare se il Disegno di legge cosiddetto Zan, dal nome del suo altrimenti poco noto promotore, non fosse in contrasto con il Concordato che regola i rapporti giuridici tra Stato e Chiesa, soprattutto in alcune parti che avrebbero limitato e compresso la libertà della Chiesa cattolica (libertà garantita dal Concordato, appunto) di insegnare e professare il proprio credo.


Apriti cielo: parecchi esagitati (non molti, in verità) hanno levato urla di sdegno ed accuse del tipo “il Vaticano si ingerisce nelle faccende dello Stato, libera Chiesa in libero Stato, pagate l’IMU prima di parlare” e così via.
Tuttavia, ciò che è bene non lasciare cadere della faccenda è l’astuzia del Cardinale presunto redattore della Nota che ha messo con le spalle al muro i sostenitori del Ddl Zan, usando le loro stesse armi: un vero colpo da maestro.


Infatti, il Cardinale Gallagher non ha affatto contestato il Ddl Zan sotto l’aspetto teorico, morale o religioso: egli sapeva che con tali argomenti non avrebbe ottenuto nulla, avrebbe fatto come il salmone che nuotando controcorrente fa una gran fatica per percorrere poca strada.


No, il Cardinale ha nuotato a favore di corrente, seguendo la scia, ed ha imbrigliato i sostenitori del Ddl Zan usando le loro stesse armi: come costoro volevano impiegare il diritto per raggiungere i loro scopi, così Gallagher ha “usato” le pandette ed i codicilli per dimostrare l’illegittimità del disegno di legge sull’omofobia e farlo deragliare.
L’astuto Cardinale ha sollevato obiezioni al Ddl Zan di tipo puramente tecnico e giuridico, dimostrando di avere ragione da vendere sia sul piano formale sia su quello sostanziale.


Infatti, formalmente il Vaticano ha ragione e non si ingerisce in un bel nulla, in quanto richiede la verifica del rispetto di un Trattato Internazionale che ha sottoscritto nel 1984 con lo Stato Italiano e che il Presidente della Repubblica ha ratificato (a ciò autorizzato dal Parlamento Italiano con la legge n. 121/1985) come ogni Trattato Internazionale ai sensi degli artt. 80 e 87 della Costituzione.


E’ assurdo e folle pretendere che uno Stato che partecipa ad un Trattato Internazionale non possa chiedere alla controparte il rispetto di quel Trattato: è veramente incredibile.
Sostanzialmente, poi, il Vaticano ha due volte ragione, dal momento che molte previsioni del Ddl Zan interferiscono oggettivamente con materie oggetto di professione di credo religioso: sono proprio quelle materie che il Concordato del 1984, appunto, riconosce alla Chiesa di poter organizzare, insegnare e trattare sulla base del proprio pensiero.
Questo del resto vale per tutte le religioni, che devono essere libere di insegnare le loro credenze, almeno fino a quando non diventano un pericolo per l’ordine pubblico dello Stato.


E questo è il nocciolo della questione: come si potrebbe sostenere che la Religione Cristiana è contraria all’ordine pubblico ed alla Costituzione ?
Delle due l’una: o la Religione Cristiana è incostituzionale o lo è il Ddl Zan.
Con la sua nota in punta di diritto, il Cardinale Gallagher ha compiuto un capolavoro diplomatico clamoroso: mettendo la questione sotto l’aspetto tecnico e giuridico, e mai religioso, ha demolito la legittimità giuridica e costituzionale del Ddl Zan che, è facile prevedere, sarà oggetto di modifiche e finirà nel binario morto di fine legislatura.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
La Nuova Padania, quotidiano online del Nord.
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