Davvero l’Occidente è il miglior modello di democrazia?

15 Novembre 2022
Lettura 3 min

di Sergio Bianchini – Nella guerra culturale che accompagna i conflitti planetari in corso l’occidente, cioè gli USA più i loro alleati europei in primis il Regno Unito, si vanta di possedere il sistema politico più umano ed evoluto.

Le tensioni internazionali sarebbero generate da quei paesi che, rifiutando il modello occidentale, danno luogo a pratiche primordiali e disumane che l’occidente deve vincere per consentire un sano sviluppo del mondo intero.

Ma questa narrazione non convince ormai più quasi nessuno degli osservatori attenti.

A livello internazionale molte delle democrazie che un tempo guardavano agli Stati Uniti come un modello sono preoccupate che abbia perso la strada.


Gli Stati Uniti hanno ripetutamente provocato scontri e persino guerre in tutto il mondo. Molti paesi e regioni, inclusi anche molti degli alleati di Washington, non considerano più gli Stati Uniti un paese affidabile e hanno perso la fiducia nel loro cosiddetto sistema democratico.

Ma anche sul fronte interno il paese guida della democrazia è in preda a crescenti problemi. Washington è afflitta da ogni tipo di difficoltà, che vanno dalla polarizzazione politica alla divisione sociale, alla discriminazione razziale e alla violenza armata.

Per la maggioranza dei cittadini dei paesi democratici (Italia in primis) il sistema appare sull’orlo del collasso, incapace di prendere decisioni rapide ed efficaci e di autocorreggere i propri errori.

La situazione potrebbe far pensare ad un guasto riparabile del sistema ma in realtà è più appropriato pensare che si tratti di un limite costitutivo finalmente emerso dopo due secoli di mascheramento funzionale generato dal successo economico.

Per un lungo periodo, il Regno Unito e poi gli Stati Uniti sono stati molto più avanti di altri paesi in termini di livelli economici e materiali. Con i loro vantaggi materiali hanno saccheggiato la ricchezza nel mondo e poi hanno descritto l’accumulo di ricchezza come il prodotto del loro sistema democratico dimostrandone così la superiorità.

Basandosi sull’enorme divario materiale con gli altri paesi l’Occidente ha creato un sistema di conoscenza e opinione pubblica in base al quale si continua a sostenere che la forza degli Stati Uniti (oggi capofila dell’occidente) è determinata dal suo sistema democratico. Ma il socialismo contrapponeva già 150 anni fa la forza creatrice del lavoro a quella disordinata e guerresca del capitale.

Sostenedo che il nostro benessre è figlio del nostro sistema politico si generano due errori. Primo si giustifica la continuazione del dominio egemonico organizzativo e finanziario anglo americano(con le sue frange europee) sul mondo intero. Secondo si tacita qualunque richiesta di modifica e di autocorrezione del sistema occidentale angloamericano stesso.

Eppure le critiche a tale sistema si manifestavano massicciamente in Europa già più di cento anni fa con la definizione sprezzante che il socialismo montante dava alla DEMOCRAZIA BORGHESE descritta come un inganno e incapace di eliminare le crisi economiche e le guerre.

Il socialismo proponeva in alternativa la DEMOCRAZIA POPOLARE cioè un sistema dove i moderni ricchi, cioè i detentori del capitale industriale e finanziario non potessero più detenere il potere politico affidato invece ai partiti dei lavoratori dipendenti.

Dalla fine della prima guerra mondiale lo scontro tra capitalismo e socialismo ha animato la contesa mondiale e quello tra USA e Cina ne è la continuazione. Con la novità che la Cina ha fatto il bilancio costruttivo del fallimento dell’URRS sviluppando il concetto di socialismo inclusivo, con aperture al mercato sia interno che mondiale. E questa apertura ha fino ad ora generato il miracolo economico cinese. Unito ad una politica estera dinamica ma pacifica e assolutamente non minacciosa. A differenza dell’URRS la spesa militare cinese è molto bassa.

L’occidente ha il grande merito storico di aver generato la modernità, cioè un mondo che ha moltiplicato, grazie alla scienza e alla tecnica, le forze produttive del lavoro umano, rendendo possibile un aumento grandioso del benessere ed una riduzione della fatica quotidiana.

Ma proprio quel sistema politico che ha retto tale modernizzazione a partire dalla metà del ‘700 oggi non è più (ma già da cento anni) in grado di sostenerla e si salva solo grazie all’egemonia finanziaria mondiale sostenuta dalla forza militare.

Anche la nascita dello stato sociale, costruito in occidente per contrastare l’immenso fascino dell’idea socialista, sta diventando un peso insostenibile per il sistema capitalista occidentale, caratterizzato da scarse leve economiche (escluso il prelievo fiscale) in mano allo stato.

Lo stato occidentale ha si il potere giuridico e militare ma non il potere economico. Il potere economico è in mano ai grandi miliardari e alle loro banche ed i governi devono solo assecondarlo. Per cui i governi hanno un’efficacia molto limitata e non riescono davvero ad indirizzare lo sviluppo limitandosi a curare le emergenze ed al massimo a mantenere lo status quo.

Smettiamo allora di consolarci dei nostri mali dicendo che abbiamo il sistema migliore del mondo e cerchiamo invece soluzioni capaci di risolvere davvero rapidamente i problemi, dare stabilità e sviluppo e superare il continuo stato di emergenza e di ansia che ormai permea la nostra vita quotidiana.

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