di Stefania Piazzo – Larysa (il vero nome preferisco per ragioni di sicurezza non svelarlo), è tornata lo scorso anno in Ucraina. Già vedova, ha perso poi un figlio. Appena ha potuto, è tornata al suo paese per aiutare la nuora nella crescita dei nipoti. Siamo sempre rimaste in contatto, per aggiornarci sugli eventi più importanti. Sono giorni che le chiedo notizie e sono giorni che, appena può, mi scrive per raccontarmi la corsa nel bunker, o per dirmi che stanno bombardando la città vicina alla sua.
L’altro giorno per farmi capire più di mille parole la sua frugalità nel comunicare, mi ha inviato su whatsapp questo video. L’allarme antiaereo viene dato anche attraverso la televisione.

Mentre noi siamo davanti ai nostri programmi, a fare zapping abbonati ad Amazon Prime, a Netflix o annoiati perché in tv non c’è niente, in Ucraina la tv è questa cosa qui. La guerra in Europa, in un paese dove noi abbiamo avuto la fortuna di non nascere.
Larysa potrebbe tornare in Italia, ha una casa. Ma chi potrebbe tenere a bada poi i piccoli nipoti mentre la madre e altre donne della famiglia sono impegnate nel realizzare le reti mimetiche per coprire abitazioni, cose, persone e sostenere la loro resistenza?
Ricordo come oggi il venerdì di Pasqua di un anno fa. Era la mia prima faticosa uscita dopo il Covid e la polmonite. Andai a trovare l’amico che accudiva con dedizione, portando la colomba. Era un giorno doppiamente di festa, di ritorno alla vita, di vittoria sulla morte, perché la mia famiglia era uscita salva dal virus, e mi sembrava di essere passata dall’inferno al paradiso in terra. E tutti e tre festeggiammo quel momento di grazia, di pace apparente.
Le guerre, tutte le guerre, hanno avuto donne partigiane. Ciascuna con ruoli e compiti diversi. Larysa fa la nonna perché altre donne possano difendere la propria terra. Finché c’è internet, io e Larysa continueremo a singhiozzare pezzi di giornata. Frasi asciutte. Come “Oggi come ieri”, come se una invasione fosse diventata di fatto un appuntamento dal quale non poter fuggire. “Per ora tutto stesso”, è il messaggio odierno, 8 marzo, nel suo italiano ucrainizzato ma efficace. Anticipato da un mazzo di mimose. Solo le donne sanno andare oltre la guerra.
