di Stefania Piazzo – Cosa comprende la gente delle affermazioni, delle uscite dei protagonisti della politica in queste settimane? Quasi nulla, perché la politica non appassiona. Quindi non si pone nemmeno più il problema di “capire”.
In ordine sparso. Giorgia Meloni mette le mani avanti paventando indagini sull’operato della sorella Arianna. Matteo Salvini va a farle visita in masseria mentre l’ex generale Roberto Vannacci, appena eletto tra le fila leghiste in Europa, prepara il suo movimento politico. Fuori dalla Lega. Stica…
Matteo Renzi si propone nel campo largo col Pd di Elly Schlein, pronta a togliere veti.
La famiglia Berlusconi: Marina afferma che sulla questione dei diritti civili, sarebbe ora di avere una visione più liberale. Quindi, più che di centrodestra, di centrosinistra. Il fratello Piersilvio invita le reti Mediaset a dare par condicio d’accesso alle voci del Pd. E invita Forza Italia a coltivare ambizioni un po’ oltre quelle presenti. Meno imbalsamati, più aperti al mondo che magari è cambiato e cambia ogni giorno.
La Lega di Salvini dove si pone? Con Orban, con i sovranisti in Europa, in un calo costante di consensi, col rischio che il referendum contro l’autonomia di Calderoli, bocci il “successo”. In attesa di dare il varo al prossimo successone del Ponte sullo Stretto.
Ma c’è l’autonomia, appunto. Con banchetti per la raccolta firme per abolire la legge che non trovano grande spazio ad esempio in Lombardia, dove il centrosinistra fa fatica a portare in piazza, mentre l’ex senatore Pd, Enrico Morando, afferma che al di là delle valutazioni della legge Calderoli, votare contro il principio di autonomia è andare contro quanto sancisce la Costituzione. Un Pd del Nord mai decollato, ma anche pezzi di Italia Viva che, in province simbolo, lamentano che la sinistra ancora non comprenda, o voglia accettare, la questione settentrionale…
Ultimo ma non ultimo, scrive anche Roberto Castelli, segretario e fondatore del Partito Popolare del Nord, che si preoccupa del governo e si interroga su Forza Italia, come a dire: Siete pronti a passare dall’altra parte, con un ribaltone figlio di posizioni diverse: il voto in Europa a Ursula, la proposta dello ius scholae, poi quello che l’ex Guardasigilli definisce “l’armamentario pseudo progressista di Marina” (vedi sopra). Si chiede Castelli, in sintesi: “Come le altre forze di maggioranza possano tollerare in silenzio un fatto del genere è incomprensibile se non per la ragione per la quale far cadere il Governo ora sarebbe un grave danno per la Meloni e Salvini stessi”.
Altri pensano che cacciare Salvini, al contrario, non sarebbe un danno per il Paese. Così come non tutto il fronte autonomista post leghista è pronto a difendere l’autonomia di Calderoli. Insomma, il dopo Bossi è ancora pieno di sfumature.
Ultimo, ma non ultimo, ovviamente sempre in ordine sparso, c’è quel movimento che prende il nome di Forza Nord, dentro Forza Italia, fatto da ex leghisti, alcuni post bossiani e altri post salviniani. Flavio Tosi da Verona, ne è il portabandiera. Traditori o visionari? Anche qui il fronte dei pareri si spacca.
Una sola annotazione. Il Nord vota a destra o a sinistra? Un’analisi da sciura tra i banchi del mercato ci fa dire che al Nord il consenso è passato da destra a destra, dalla Lega a Fratelli d’Italia. Finché dura, naturalmente.
Tirando le somme, la sola certezza è che qualcosa si muove. Forse per non andare da nessuna parte, perché i politici con le palle sono pochi.
Tra messaggi, messaggini, strappi, chissà se nella famiglia Berlusconi possa apparire interessante nei diritti civili comprendere anche i diritti all’identità dei territori. Non è questione di destra o di sinistra, diceva a suo tempo l’alleato di Silvio, Umberto. Perché pensare in chiave di rappresentanza federale è stare oltre. Lui diceva, anzi, dice, anche “avanti”.
Il verbo dire al presente faccia magari partire le sinapsi nei duri di comprendonio che stentano ad accettare che non siamo più negli anni ’90 e 2000. C’è un altro mondo.
Chi ha il coraggio di farsi “avanti”? Il post leghismo batta un colpo, intelligente, politico, ma lo faccia anche chi post leghista non è.