di Sergio Bianchini – La visione delle riprese televisive del Papa con i bambini e le famiglie in piazza san Pietro produce in me l’ennesima conferma dello stato disastroso dell’Italia.
La chiesa cattolica offre uno spettacolo grandioso e festoso che coinvolge attori famosi con un Benigni al massimo grado per l’adulazione del Papa. C’è anche il sindaco di Roma e la capa del governo.
Sembra tutto bello e pieno di fiducia.
Ma noi sappiamo che il declino di Roma capitale ha raggiunto primati storici. L’Italia è senza un soldo, con prospettive invisibili, luogo eterno della rissosità politica.
E proprio questo divario insormontabile tra la grandiosità dello spettacolo vaticano e la rassegnazione politica della società e dello stato produce in me un sentimento di distacco pensoso dalle immagini del lunghissimo programma del primo canale della TV di stato che riprende la cerimonia dall’inizio alla fine.
Siamo proprio vittime di uno stato d’animo schizofrenico dove l’esortazione sognatrice e miracolistica convive con l’immobilismo organizzativo e si alimentano a vicenda.
Così idee di buon governo e di buon funzionamento dello stato non emergono. Siamo come una bicicletta con la ruota davanti ben gonfia ma quella di dietro bucata. E la disperazione politica porta energie alla chiesa che le assorbe e le diffonde in circuiti mondiali incurante della vuotezza della ruota posteriore della società italiana.
Chiudo guardando Benigni che predica come e più del papa e ovviamente non nomina il governo e lo stato. Parla ai bambini come se fossero un popolo a sè stante e non persone in divenire ciascuna con un legame speciale coi genitori.
Nell’eccesso dell’esaltazione dei bambini c’è perfino un tentativo, forse inconsapevole, di intromettersi tra loro e l’autorità dei genitori, di genitori di cui in fondo si diffida.
Attenti a non indebolire questo legame figli genitori fino a rendere i genitori schiavi dei figli sublimati. I segni di questo negativi si vedono già.