Caro Mancio, il diritto allo sport (o al calcio?!) non è uguale al diritto alla scuola

7 Ottobre 2020
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di Luigi Basso – In queste ore molti giornali ed intellettuali di destra hanno innalzato al ruolo di eroe di giornata il Commissario Tecnico della Naziunale di Calcio, Roberto Mancini, che avrebbe avuto il merito di zittire il Ministro Speranza ammonendolo che bisogna pensare prima di parlare, poiché il diritto allo sport è un diritto al pari di quello alla scuola. Non conosciamo il curriculum scolastico del nuovo intellò della destra italiana. Notizie reperibili al riguardo sul web sono inesistenti e persino sul sito personale del sedicente Roby Mancio non vi sono cenni alla scuola: l’adolescenza del ragazzo, come si legge sul predetto sito, fu assorbita in toto dal calcio, che lo ha reso un ricco signore; una sorte che tocca a una percentuale infinitesimale e trascurabile statisticamente dei giovani che si dedicano allo sport.

L’attività sportiva, l’educazione fisica, nelle scuole è importante, ma metterla sullo stesso piano dell’istruzione e del diritto relativo è davvero troppo. In molte parti del mondo avere una scuola con dentro gli insegnanti a fare lezione è un lusso incredibile e, vista in un’ottica non provinciale, la sortita di Mancini si rivela per quello che è: una minchiata.

In Cina, in India e negli altri Paesi ex arretrati che ci hanno surclassato in pochi anni come livello di istruzione, la sparata di Mancini e le lodi che ha ricevuto sono la miglior rassicurazione che l’Occidente è malato e la guarigione è molto lontana. Buon per loro.

Immagine dalla pagina fb di Roberto Mancini

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