BUON NATALE E PACE IN TERRA DA LA NUOVA PADANIA! Quella “lettera” di Papa Giovanni per l’indipendenza dei popoli

24 Dicembre 2020
Lettura 2 min

di Stefania Piazzo – Buon Natale! Papa Giovanni XXIII, nella sua “lettera aperta al mondo”, l’enciclica Pacem in Terris, ha lasciato agli appassionati ricercatori della libertà e del diritto un’eredità ancora da realizzare. Una lettera per i diritti dei popoli, non degli Stati. Per l’emancipazione delle comunità, non delle istituzioni prive di rappresentanza e sovranità.

Di questi tempi in cui invochiamo la competenza, dopo decenni di antipolitica e di costante distruzione della politica come bene nobile e forma di carità, fa bene rileggere che “L’autorità è, soprattutto, una forza morale; deve, quindi, in primo luogo, fare appello alla coscienza, al dovere cioè che ognuno ha di portare volonterosamente il suo contributo al bene di tutti”.

E’ una enciclica, è un papa che parla e non può che declinare tutto in via verticale alla spiritualità, dove non esiste uno vale uno, ma uno più di tutti che è riferimento per ciascuno. “L’autorità umana pertanto può obbligare moralmente soltanto se è in rapporto intrinseco con l’autorità di Dio, ed è una partecipazione di essa […] In tal modo è pure salvaguardata la dignità personale dei cittadini, giacché la loro obbedienza ai poteri pubblici non è sudditanza di uomo a uomo, ma nel suo vero significato è un atto di omaggio a Dio creatore e provvido, il quale ha disposto che i rapporti della convivenza siano regolati secondo un ordine da lui stesso stabilito; e rendendo omaggio a Dio, non ci si umilia, ma ci si eleva e ci si nobilita, giacché servire Deo regnare est”.

Ordine, equilibrio.

Anche per chi non crede, questo messaggio è immenso: se non è Dio il riferimento, è di certo il Creato, la natura e i suoi equilibri, un bene di tutti. E’ il diritto alla libertà, alla terra, al lavoro, è bene di tutti.

Papa Giovanni infatti è attuale perché ridimensiona le ambizioni umane, la smania di accumulare, distruggere, possedere, spezzare gli equilibri tra l’uomo e la natura, tra l’uomo e i suoi simili.


Non più popoli dominatori e popoli dominati: tutti i popoli si sono costituiti o si stanno costituendo in comunità politiche indipendenti.
Gli esseri umani, in tutti i paesi e in tutti i continenti, o sono cittadini di uno stato autonomo e indipendente, o stanno per esserlo; nessuno ama sentirsi suddito di poteri politici provenienti dal di fuori della propria comunità umana o gruppo etnico”.

Mentre assistiamo in Europa alla rivendicazione di indipendenze e autonomie, così come alla svogliata e dissipatrice, negligente e criminale gestione delle autonomie concesse, per l’incompetenza della politica locale, Papa Giovanni ci ricorda comunque che “Le comunità politiche hanno il diritto all’esistenza, al proprio sviluppo, ai mezzi idonei per attuarlo: ad essere le prime artefici nell’attuazione del medesimo; ed hanno pure il diritto alla buona riputazione e ai debiti onori: di conseguenza e simultaneamente le stesse comunità politiche hanno pure il dovere di rispettare ognuno di quei diritti; e di evitare quindi le azioni che ne costituiscono una violazione. Come nei rapporti tra i singoli esseri umani, agli uni non è lecito perseguire i propri interessi a danno degli altri, così nei rapporti fra le comunità politiche, alle une non è lecito sviluppare se stesse comprimendo od opprimendo le altre. Cade qui opportuno il detto di sant’Agostino: «Abbandonata la giustizia, a che si riducono i regni, se non a grandi latrocini?»”. 

Ecco, a cosa si riducono gli Stati nazionali, o l’Europa, quando la politica abdica a questa sacrosanta centralità dei diritti umani, che passa anche attraverso la libertà e l’indipendenza delle sue comunità? Ma sempre e comunque attraverso la competenza? Non ci sarà mai libertà nell’improvvisazione.

Buon Natale, e pace in terra.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
La Nuova Padania, quotidiano online del Nord.
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