Caso LFM, Scillieri ai pm: “Ecco gli accordi con i contabili”

21 Ottobre 2020
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Michele Scillieri, il commercialista nel cui studio venne registrata la ‘Lega per Salvini premier’ e finito ai domiciliari nell’inchiesta milanese sul caso LFC, nell’interrogatorio davanti ai pm del 18 settembre, come anticipa l’Ansa, ha illustrato “gli accordi” tra lui e i revisori contabili della Lega Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba “per ‘spartirsi’ i soldi” nell’affare della vendita del capannone.

Lo scrive il Riesame di Milano nelle motivazioni della decisione di confermare i domiciliari per Di Rubba e Manzoni. I giudici mettono in luce che l’interrogatorio di Scillieri, che ha fatto ammissioni, smonta le ricostruzioni difensive dei due contabili riportate nel provvedimento. Scillieri, infatti, ha spiegato che “sia Di Rubba che Manzoni erano coinvolti nell’affare della fondazione, che entrambi avevano visionato l’immobile di Cormano fin dal 2016, ossia prima ancora che venisse acquistato dalla ‘sua’ Andromeda srl”.

E ha parlato dei “problemi sorti per il pagamento dei lavori di ristrutturazione che alla fine esorbitavano dagli accordi già presi da tutti loro con la ditta Barachetti (imprenditore indagato anche lui per peculato, ndr), problemi che andavano ad incidere sulla già preventiva spartizione dei ricavi dell’intera operazione”.

Viene riportato il passaggio del verbale in cui Scillieri ha confermato che una “scrittura privata tra Andromeda e Sdc”, società riferibile a Di Rubba e Manzoni, era fittizia e si trattava di un contratto ‘inesistente’ su un terreno in Val Seriana. E sarebbe servito solo a giustificare un passaggio di oltre 178mila euro, parte dei “famosi” 800mila euro della vendita del capannone. “La pezza e la giustificazione di quella pezza – ha messo a verbale Scillieri – sono frutto loro, non so dirle se di Di Rubba o di Manzoni (…) è una fattura per un’operazione inesistente (…) fanno parte degli 800”. Le intercettazioni e le dichiarazioni rese da Luca Sostegni, presunto prestanome in carcere, e “da Scillieri”, scrive il Riesame, “mostrano chiaro come la stessa iniziale ideazione della ‘operazione’ e il primo contatto con Scillieri risalgono proprio all’operato del ‘praticante’ di Scillieri, ossia di Manzoni”.

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