Report e neo-feudalesimo: a questo punto meglio il sorteggio negli appalti

27 Ottobre 2020
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di Luigi Basso – Più di un mese fa avevamo commentato il voto delle elezioni regionali osservando che l’affermazione delle liste personali dei Presidenti di Regione uscenti non doveva trarre in inganno: infatti non si trattava della vittoria del desiderio di autogoverno delle comunità, bensì dell’affermazione di piccoli “Ras” locali e delle loro corti di ruffiani e beneficati o aspiranti tali.
Una dinamica peraltro che ricalcava l’elezioni dei Sindaci, ormai solitamente a capo di liste civiche.
Parlammo allora di neo-feudalesimo.


La dimostrazione della deduzione è del resto molto facile: basta leggere gli elenchi di chi finanzia le associazioni ed i comitati elettorali dei piccoli Ras e vedere le composizioni delle liste elettorali, diventate vere e proprie discariche di transfughi di ogni area politica, legati al Ras da un rapporto fiduciario personale: in questo contesto si trova il gruppo economico che finanzia ora la sinistra, domani la destra, ieri il centro; allo stesso modo si trova nelle giunte l’ex fascista al fianco dell’ex socialista, entrambe vicini all’ex democristiano.


Questo perché la politica non conta più nulla, le idee non contano più nulla, conta solo la gestione degli appalti e delle nomine.

Ieri sera Report ha descritto dal suo punto di vista una parte (piccola) del sistema di potere regionale lombardo in un servizio, della durata di quasi un’ora, andato in onda col titolo emblematico “Vassalli, valvassori e valvassini”. E’ davvero tutto così come ce lo fanno vedere?
La trasmissione descrive in generale vincoli fiduciari personali che legherebbero coloro che ricoprono varie cariche ed incarichi: conta il legame di amicizia per fare carriera, per entrare nei giri che contano?


L’idea che passa è che il vincolo fiduciario tra Signore e Cortigiano ha sostituito ogni tipo di criterio di selezione: non conta il merito, la competenza, non conta “cosa” conosci, ma “chi” conosci. Davvero è così?
Addirittura l’ex sindaco di Lonate racconta che doveva inventarsi i lavori per dare incarichi retribuiti ai Cortigiani: non c’è più confine tra pubblico e privato. Siamo a questo punto?
Tutto si mescola in un unico intreccio: chi amministra la cosa pubblica ne fa un uso privatistico, proprio come nel sistema feudale?


Si può non condividere la linea editoriale di Report, ma vorremmo capire di più e sperare si tratti di un sistema di potere fantasioso. Insomma, una montatura giornalistica.
Vien da riflettere che, forse, il metodo migliore per aggiudicare nomine e appalti sia quello del sorteggio tra elenchi di ditte e professionisti aventi i requisiti.

Photo by Fas Khan 

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Direttrice: Stefania Piazzo
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