Quei poteri lombardi per istituire la zona rossa

9 Agosto 2020
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“Il presidente della Regione Lombardia, sentito il ministro della Salute, può modificare le disposizioni di cui alla presente ordinanza in ragione dell’evoluzione epidemiologica”. Sulla zona rossa torna a scrivere il Fatto Quotidiano, sia ieri che oggi il giornale ripercorre le tappe della mancata istituzione della cintura attorno ai comuni più colpiti della Val Seriana. Ieri, in particolare, si ricorda l’ordinanza datata 23 febbraio 2020 e firmata, oltre che dal ministro della Salute, Roberto Speranza, anche dal governatore lombardo, Attilio Fontana.

Il documento, riferisce il quotidiano, “è di due pagine dove vengono elencate tutte le restrizioni, a partire dai check point attorno ai dieci comuni del Basso lodigiano”. Sul Fatto si legge anche che “Il governatore leghista la sera del 23 febbraio quindi, firmò di suo pugno un atto che gli avrebbe permesso fin da subito di allargare la zona rossa di Lodi e di istituire quella in Valseriana. E questo ben prima di scoprire l’esistenza di una legge vecchia di 42 anni (la 833 del 1978) che dà pieni poteri alle regioni ‘in materia di igiene e sanità pubblica’”. (red)

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