“Non siamo pedine di una scacchiera da spostare a proprio piacimento. Siamo professionisti, ma prima di tutto siamo uomini e donne: non ci potete trasferire dall’oggi al domani da un ospedale all’altro, spesso anche fuori provincia, per far fronte a un’emergenza contro la quale vi sareste dovuti attrezzare già da mesi reclutando personale”.
Donato Cosi, segretario del NurSind Lombardia, è lapidario contro la decisione di Regione Lombardia di reclutare infermieri dagli ospedali del territorio (già sotto organico) per inviarli negli ospedali Fiera di Milano e Fiera di Bergamo.
La coperta è corta: in Lombardia mancano 10 mila infermieri e con gli ospedali che sono a rischio collasso la Regione recluta (volontariamente e non) personale direttamente dagli ospedali per indirizzarli nelle due strutture di Terapia Intensiva allestite alla Fiera di Milano e alla Fiera di Bergamo, che contengono complessivamente circa 200 posti letto di terapia intensiva.
Per ogni posto letto di terapia intensiva sono previsti 3 infermieri e un medico che, mancando, vengono direttamente prelevati dalle aziende ospedaliere lombarde già in affanno: per un totale di 600 infermieri lombardi che dovranno lasciare i loro ospedali per andare in Fiera.
“Da giorni gli infermieri, oltre allo stress lavorativo al quale sono sottoposti, devono fare i conti anche con la possibilità, sempre meno remota, di trovarsi dall’oggi al domani trasferiti dalla loro azienda e inviati nell’ospedale Fiera di Milano o di Bergamo – prosegue Cosi – Negli ospedali lombardi non bastava il Covid a decimare le già inadeguate dotazioni organiche infermieristiche e mediche, ci ha pensato il Pirellone con un provvedimento ad hoc che non lascia agli infermieri possibilità di scelta”.
Il personale, già stremato dalla prima ondata pandemica e immediatamente rimandato in corsia senza alcun incentivo economico e ancor peggio senza quell’appoggio psicologico che ha visto molti professionisti finire burn out, adesso deve temere anche di dover abbandonare la famiglia per un tempo indeterminato.
“Siamo alla follia: negli ospedali lombardi mancano infermieri e la Regione ne preleva 600 per mandarli in Fiera – conclude Cosi -. Molti verranno obbligati a trasferirsi anche fisicamente, con Regione Lombardia che vuole uscirne come madre premurosa impegnandosi a trovare gratuitamente un alloggio vicino alle due strutture fieristiche. Ma in realtà è una matrigna che si dimentica che gli infermieri sono, oltre che professionisti della salute, anche mariti, mogli, padri, madri e figli che vengono portati via dalle loro famiglie”.