Nella Lombardia che ha fretta… morti civili 5 volte più che in guerra. Morti per fuoco “amico”?

18 Aprile 2020
Lettura 1 min

di Stefania Piazzo – Un po’ di storia, ogni tanto, non fa male. Quindi ringraziamo il commissario all’emergenza, Domenico Arcuri, di averci ricordato che…

“Tra l’11 giugno 1940 e il 1 maggio 1945 a Milano sono morti sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale 2 mila civili, in 5 anni; in due mesi in Lombardia per il coronavirus sono morte 11.851 civili, 5 volte di più. Un riferimento numerico clamoroso. Oltre alla solidarietà che dobbiamo ai lombardi e alla consapevolezza della gravità dell’emergenza in quelle terre, dobbiamo anche sapere che stiamo vivendo una grande tragedia, non l’abbiamo ancora sconfitta”.

Suona come in invito alla prudenza e ad evitare la schizofrenia del si chiude tutto, si riapre tutto che sta contraddistinguendo la politica della Lega in questi mesi.

Ma Arcuri, e non è il suo compito, non dice perché abbiamo 11.851 morti in casa.

Le bombe chi ce le ha buttate sopra le RSA, negli ospedali? Quanti medici sono morti? Quanti infermieri? Quanti sacerdoti? Chi è il responsabile del fuggi fuggi del sabato di marzo in Stazione Centrale a Milano per aver anticipato il decreto per chiudere la Lombardia?

Non solo. Il piano regionale per la pandemia del 2010, disatteso. La corsa a minimizzare e poi a chiudere i ranghi.

Io volentieri darei la mia adesione alla app che ci spia per vedere dove siamo e a chi siamo vicini.

La darei in cambio di una sbirciatina nelle telefonate tra qualche assessore e qualche direttore generale di RSA o di ATS, e tra questi e chi sta a smistare le mascherine in Regione. Perché a noi chiedete tutto, e voi, a noi, non dite nulla. Ai magistrati sì, lo speriamo.

Photo by Nick Fewings

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