‘Ndrangheta, epicentro Brescia. Indagini partite nel 2020

4 Ottobre 2021
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Le indagini, nell’ambito dell’operazione ‘Tabacco selvatico’ che ha portato all’arresto di cinque persone ritenute responsabili di un progetto omicidiario maturato in un contesto di criminalità organizzata e a numerosi perquisizioni, è stata avviata nel maggio del 2020, a seguito del rinvenimento e sequestro di 42 tonnellate di tabacco, di provenienza estera, del valore di circa 8.000.000 euro e di macchinari per la lavorazione del tabacco e il confezionamento di pacchetti di sigarette, operato dal Gruppo Guardia di Finanza di Brescia e dalla Compagnia Carabinieri di Verolanuova. I successivi sviluppi investigativi, curati dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria – Gico Guardia di Finanza Brescia e il Reparto Operativo – Nucleo Investigativo Carabinieri Brescia, sotto il coordinamento di questa Procura, hanno condotto, ad un arresto per usura il 30 luglio 2020; al rinvenimento, il 4 agosto dello scorso anno, di una bomba a mano di fabbricazione jugoslava, di una pistola Glock cal. 9×21 (provento di furto), di una pistola cal. 22LR clandestina (priva di matricola). E ancora: il 21 agosto 2020, all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip di Brescia, nei confronti di due persone responsabili di acquisto, trasporto e detenzione di 57 tonnellate di tabacco lavorato estero di contrabbando, della produzione di sigarette e della contraffazione di marchi, di evasione fiscale per circa 600mila euro, di detenzione e porto di armi clandestine e da guerra. Mentre il 24 agosto, dopo l’emissione di un mandato di arresto europeo, è stato data esecuzione in Slovenia ad un arresto nei confronti di una terza persona ritenuta responsabile, in concorso, dei medesimi reati. Il 12 settembre 2020, è stata rinvenuta una bomba a mano.

Le indagini di polizia giudiziaria sono state condotte anche all’estero con la collaborazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Dcpc (Direzione Centrale Della Polizia Criminale), di Europol e di Eurojust. L’esito delle indagini, risultate particolarmente complesse anche perché rivolte ad ambienti di criminalità organizzata impermeabili alle investigazioni, ha consentito di raccogliere univoci e concordanti indizi di colpevolezza nei confronti dei destinatari del fermo, individuati, a vario titolo, quali mandanti ed esecutori materiali del progetto omicidiario; di accertare il contesto associativo nel quale è stato maturato l’omicidio, ordito da una famiglia ‘ndranghetistica con base nella provincia di Reggio Calabria, in danno di un pregiudicato, di origine calabrese, residente in un’altra provincia del Nord Italia, in passato legato a quella stessa compagine criminale. Inoltre, di evidenziare l’elevata caratura criminale di taluni dei soggetti coinvolti, pienamente e da tempo inseriti nel contesto economico di Brescia, i quali, mantenendo uno stretto legame con il rilevante contesto associativo di origine, partendo da questa provincia, hanno pianificato un attentato derivante da antiche faide. I destinatari dei provvedimenti di fermo eseguiti in data odierna sono stati ristretti in carcere.

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