Greenpeace: allevamenti intensivi di maiali in Lombardia. Fondi a chi inquina?

9 Giugno 2020
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Greenpeace pubblica oggi una nuova indagine, “Fondi pubblici in pasto ai maiali”, secondo la quale quasi la metà dei fondi europei destinati alla Regione Lombardia per la zootecnia – ben 120 milioni di euro – sarebbero stati destinati agli allevamenti intensivi nei comuni con carichi di azoto che eccedono i limiti di legge.

Secondo una relazione tecnica della Regione Lombardia, 168 comuni (uno su dieci) sarebbero a rischio ambientale per eccessivi carichi di azoto, principalmente imputabili alle attività di zootecnia intensiva; secondo l’organizzazione, tuttavia, quegli stessi comuni gli allevamenti intensivi continuerebbero a ricevere importanti finanziamenti pubblici tramite la PAC (Politica Agricola Comune), mentre le piccole aziende che producono in modo ecologico scompaiono in silenzio.

In Lombardia vengono allevati circa la metà dei suini e un quarto dei bovini del nostro Paese: un carico di liquami da smaltire eccessivo per i territori che ospitano queste attività e che non sembra andare verso una diminuzione, dato che la Regione ha fatto richiesta di deroga per innalzare la soglia massima di chili di azoto per ettaro autorizzata. Un atto che sicuramente tende a soddisfare le esigenze dei grandi allevamenti, ma che metterebbe ulteriormente a rischio la salute delle comunità.

La tabella pubblicata dal rapporto di Greenpeace
La tabella pubblicata da Regione Lombardia

Qui i dati e i Comuni con i dati sulla rispettiva produzione di azoto:

Attraverso lo spandimento sui campi degli effluenti zootecnici, grandi quantità di azoto e composti azotati finiscono sui terreni agricoli, da cui possono facilmente trasferirsi ai corpi idrici superficiali e alle falde acquifere, mettendo a rischio la qualità delle acque e aumentando la possibilità di esposizione umana a nitrati, che può essere causa di ripercussioni serie per la salute.

“Il problema sta nell’eccessivo numero di animali allevati, soprattutto a concentrazioni così elevate come in Pianura Padana. La soluzione non può essere una ulteriore deroga, serve invece una profonda revisione della PAC e dei criteri con cui vengono assegnati i sussidi pubblici. Dobbiamo smettere di finanziare i sistemi di produzione intensivi e di ambire all’aumento della produzione a ogni costo, occorre invece ridurre drasticamente produzione e consumi di carne e latticini e destinare i fondi pubblici per aiutare gli agricoltori ad una transizione degli allevamenti intensivi verso metodi di produzione ecologici” dichiara Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura di Greenpeace Italia.

Queste le richieste che Greenpeace ha presentato alla Commissione europea in occasione della recente pubblicazione della strategia Farm to Fork, puntando l’attenzione anche su una revisione della PAC che destini realmente l’enorme quantità di fondi disponibili verso produzioni sostenibili.

L’indagine “Fondi pubblici in pasto ai maiali” ha sovrapposto alla mappa dei carichi di azoto prodotta dalla Regione Lombardia quella dei fondi europei destinati agli allevamenti lombardi, elaborata con i dati ottenuti solo dopo una lunga serie di richieste di accesso agli atti agli organismi pagatori della PAC, andando appunto a rilevare come quasi la metà dei fondi finiscano proprio nei 168 comuni oggetto del report.

Il rapporto integrale qui: https://attivati.greenpeace.it/petizioni/allevamenti-intensivi-lombardia/

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
La Nuova Padania, quotidiano online del Nord.
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