Fontana, il trust alle Bahamas, il conto svizzero e il curioso bonifico secondo il Corriere della Sera

25 Luglio 2020
Lettura 2 min

di Benedetta Baiocchi – E’ la notizia politica del giorno, e lo sarà per settimane. Perché le ripercussioni sulla Lombardia sono immaginabili.

L’accusa rivolta al governatore Attilio Fontana è di “frode nelle pubbliche forniture”. Tutto gira attorno all’acquisto di 75mila camici da parte della Regione Lombardia dalla ditta del cognato, Dama Spa.

Per pm Luigi Furno, Carlo Scalas e Paolo Filippini, coordinati dall’aggiunto Maurizio Romanelli – Fontana non era ignaro dell’operazione, era a conoscenza dell’operato della centrale di acquisti regionale Aria stava compiendo nell’acquisto dei camici in periodo di emergenza.

Sul tavolo c’è il conflitto d’interessi, come è noto la Dama Spa appartiene al cognato, Andrea Dini, mentre la moglie di Fontana, Roberta Dini, ne detiene il 10%. Sia Dini, che Filippo Bongiovanni, ex dg di Aria (che poi ha chiesto di essere sollevato dal ruolo) sono indagati per turbata libertà nella scelta del contraente e in concorso con Fontana anche per frode.

Ma è il Corriere della Sera a svelare retroscena che, se confermati, sarebbero davvero incredibili. Ecco cosa scrive il quotidiano di via Solferino.

“Con parte dei soldi di un proprio conto in Svizzera, sul quale nel 2015 aveva fatto uno «scudo fiscale» per 5,3 milioni detenuti fino ad allora da due «trust» alle Bahamas, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ora indagato per l’ipotesi di «frode in pubbliche forniture», il 19 maggio cercò di fare un curioso bonifico per arginare — 4 giorni dopo una generica intervista di Report — il rischio reputazionale insito nei 75.000 camici e 7.000 set sanitari venduti per 513.000 euro alla Regione il 16 aprile dalla società Dama spa del cognato Andrea Dini e (per il 10%) della moglie Roberta. Andò all’Unione Fiduciaria, che gli amministra il «mandato fiduciario misto» da 4,4 milioni accennato a pagina 3 del modulo sulla «situazione patrimoniale» dei politici sul sito online della Regione, e tentò di bonificare alla Dama spa del cognato 250.000 euro: cioè gran parte del mancato profitto al quale il cognato l’indomani sarebbe andato incontro facendo il 20 maggio, in una mail alla centrale acquisti regionale Aria spa diretta dall’ex Gdf Filippo Bongiovanni, l’unilaterale bel gesto di tramutare in donazione alla Regione l’iniziale vendita dei 75.000 camici, e di rinunciare a farsi pagare dalla Regione i 49.353 camici e 7.000 set già consegnati”.

E il Corsera chiosa: “Ideato per poter in futuro dire «vabbè, vero che nel marasma dell’emergenza Covid mio cognato stava vendendo alla mia Regione i camici, ma guardate che, appena l’ho saputo, per scrupolo ho rimesso persino soldi di tasca mia», la mossa di Fontana è tuttavia non agevole da conciliare con l’unica sua posizione pubblica il 7 giugno: «Non sapevo nulla della procedura e non sono mai intervenuto in alcun modo»”.

Qui il servizio integrale

https://www.corriere.it/politica/20_luglio_25/camici-regione-lombardia-governatore-fontana-indagato-scudo-fiscale-cognato-a24c4cce-cde6-11ea-94a2-f34b487902eb.shtml

La difesa la pensa diversamente. “Il ‘ruolo’ di FONTANA non esiste. Lui nel negozio giuridico non ha messo becco perché non ne era a conoscenza, l’ha saputo solo a cose fatte”. Parla così, contattato dall’Adnkronos, Jacopo Pensa, difensore del presidente della Regione Lombardia.

L’avvocato spiega che il governatore lombardo, una volta resosi conto del conflitto di interessi venutosi a creare, “si è posto il problema dell’opportunità della cosa e quindi ha fermato il pagamento” da Aria a Dama, con il contratto di vendita trasformato in donazione, dunque “casomai il suo è stato un intervento virtuoso, non malizioso”. Per il resto, conclude il legale, “aspettiamo gli eventi per commentare ulteriormente, per il momento è una notizia giornalistica e io non ho sufficiente fantasia per capire l’ipotesi di reato”.

 Fontana si limita a commentare di aver “appreso con voi di essere stato iscritto nel registro degli indagati. Duole conoscere questo evento, con le sue ripercussioni umane, da fonti di stampa. Sono certo dell’operato della Regione Lombardia che rappresento con responsabilità”.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
La Nuova Padania, quotidiano online del Nord.
Hosting: Stefania Piazzo

Newsletter

Iscriviti alla nostra Newsletter!

Servizio Precedente

Nuove circolari a scuola: sulla pagella verranno premiati i bambini che manterranno il distanziamento sociale

Prossimo Servizio

Indagine test Pavia: in chat spunta nome Salvini?

Ultime notizie su Lombardia

TornaSu

Don't Miss