ESPLODE CONTAGIO IN CASA RIPOSO – Denuncia choc del sindaco di Cocquio Trevisago: sette appelli a Regione, Ats e Prefetto senza risposta.

7 Aprile 2020
Lettura 2 min

di Max Rigano – Il documento che vi presentiamo è di eccezionale gravità. È stato pubblicato dal sindaco della città di Cocquio Trevisago in provincia di Varese. È la documentazione e la prova dell’assoluta confusione che regna in questo momento in Regione Lombardia.

Nel documento potete leggere i sette solleciti che dal 26 di Marzo in poi il sindaco, Danilo Centrella, peraltro medico, ha sottoposto alla Regione Lombardia: al suo governatore, all’assessore al Welfare, Giulio Gallera, al Direttore Generale dell’assessorato, Luigi Cajazzo, al Prefetto di Varese Enrico Ricci, proprio ieri sera trasferito a Bergamo, al Presidente della Direzione Generale della Sacra famiglia di Cesano Boscone.

Il sindaco scrive in data 28 Marzo “in base ad alcune osservazioni pervenute da dipendenti della struttura” della mancanza di azioni necessarie a prevenire il contagio; e di errori personalmente rilevati dopo un sopralluogo in cui il sindaco scrive di aver potuto constatare che non c’era un corretto isolamento degli ospiti e un conforme utilizzo dei dispositivi di protezione e di aver per questo posto in essere un primo sollecito presso il Dott. Taferna di Ats Insubria.

Il secondo sollecito del sindaco data 30 marzo ed il terzo in data 1 Aprile. È il primo momento veramente grave: il sindaco informa Governatore, Assessore al Welfare e Direttore Genrale dell’Assessorato oltre che il Prefetto di essere stato informato che vi sarebbero dei casi di sospetto Covid nel territorio segnalato dai familiari dei soggetti stessi. Ritardo, scrive il sindaco, che avrebbe vanificato i necessari processi d’isolamento. Nello stesso documento il sindaco sollecita tempestive procedure d’isolamento per la RSD Sacra famiglia. il sopralluogo avviene in data 2 Aprile e dà esito positivo: le misure di isolamento sarebbero state regolari. Lo riferisce un documento datato, scrive ancora il sindaco, 3 Aprile.

In data 2 Aprile però il quadro muta. Il sindaco informa che ci sarebbero 8 casi di positività al Covid-19, da parte di operatori sanitari, 5 casi sintomatici, e 4 degenti positivi, 42 degenti sintomatici, 25 in attesa di fare i tampone. Il sindaco informa, lo potete leggere voi stessi, la Direzione Generale dell’assessorato che sta per esplodere un focolaio e che servono immediate misure per contrastare e isolare il focolaio

In data 4 aprile il sindaco informa di nuovo il Governatore dello sviluppo dell’epidemia. Dell’aumento dei pazienti sintomatici e del rischio della diffusione del Covid-19 nel suo Comune. Parte anche l’ennesima richiesta d’isolamento della struttura e dell’immediata pratica dei tamponi. Gli operatori infatti avevano, scrive ancora il sindaco, piena libertà di movimento dentro e soprattutto fuori dall’istituto con una possibile capacità di contaminare i concittadini. Non arriva nessuna risposta.

Il 5 Aprile, due giorni fa, la situazione precipita. 65 pazienti della struttura sono positivi, 2 di loro sono deceduti. Lo stesso istituto chiede sostegno economico al Comune. Non ci sono ancora gli esiti dei tamponi per il personale medico che opera al suo interno.

Di nuovo è informato il Governatore, l’assessore, il Direttore Generale e il Prefetto.

Ieri un nuovo bollettino: con un finanziamento del Comune s’è provveduto a fare uno screening di tutto il personale di degenza asintomatico. Il sindaco scrive che gli strumenti di protezione previsti in arrivo sono pochi e per questo sta patrocinando una raccolta fondi tra la popolazione per la struttura. E supplica la Regione di far arrivare l’esito dei tamponi dei 130 membri del personale che dopo 6 giorni non hanno ancora riscontro e chiede alla Regione misure concrete di sostegno per la sua cittadina rimasta da sola ad affrontare l’emergenza.




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