di Benedetta Baiocchi – Anche a Cremona i numeri non tornano. Lo avevamo scritto qualche decina di giorni fa comparando i dati dei comuni bergamaschi: tra morti dichiarati per Covid e differenza dei decessi tra 2019 e 2020 i numeri non tornavano. Il pezzo a firma di Sergio Bianchini infatti poneva l’analoga domanda di fondo: “Se sono morte in più 2418 persone e i decessi per coronavirus sono 1144, di cosa sono morti gli altri 1274 morti reali?” (vedi anche https://www.lanuovapadania.it/lombardia/i-morti-fantasma-che-non-tornano-della-provincia-di-bergamo-mancano-allappello-1274-decessi/).
E infatti la stessa serie di domande se la pone una settimana dopo anche il quotidiano di Cremona La Provincia. Sulle sue colonne l’8 aprile si legge:
“La percezione era già molto evidente e oggi i dati che arrivano dal monitoraggio rivolto ai sindaci effettuato dalla società di analisi InTwig, in collaborazione con il giornale La Provincia, confermano e addirittura scavalcano ogni previsione. I dati e le stime sui tre principali centri della provincia (Cremona, Crema, Casalmaggiore) dicono che la mortalità per Coronavirus è di gran lunga superiore ai numeri ufficiali.
Lo stesso risultato, peraltro, era emerso anche nei monitoraggi effettuati in città limitrofe come Brescia e Bergamo che, con Cremona, formano un triangolo micidiale per l’epidemia (esatto, ndr). E prima di approfondire l’analisi dei decessi, va detto che non meno interessante è il dato sui contagi, sia in termini assoluti che percentuali, con cifre che dicono molto sul fenomeno e che altrettanto possono aiutare a inquadrare la portate della situazione”.
Bingo.
I conti di Cremona infatti non sono meno distanti in proporzione dai conti bergamaschi fatti dal nostro Sergio Bianchini il 1° di aprile.
“Per capire l’andamento dei decessi sono stati presi in considerazione i dati relativi ai morti nelle rispettive città nel marzo 2019 e nel marzo 2020. La differenza in tutte le tre città è evidente: a Cremona quest’anno i decessi sono quasi 5 volte quelli del 2019, con valori assoluti devastanti (335 a 73). A Crema stesse percentuali (139 a 29), a Casalmaggiore 51 a 34. Ma quanti sono i morti per Covid? È questa la domanda cruciale alla quale InTwig ha cercato di dare una risposta”.
Stesso problema. Se la mamma manda Pierino a prendere con 1000 lire XY caramelle, e ne spende 500, degli altri 500 euro che ne è stato se torna a casa a mani vuote?
Semplice e logico, conferma La Provincia. “E qui si parte dai dati ufficiali dei decessi per Covid e si fa un piccolo ragionamento logico. A Cremona, ad esempio, i morti Covid ufficiali sono stati 126 al 31 marzo. Alla stessa data in città i decessi sono stati 335, un bel salto. Se la media dei decessi negli ultimi anni in marzo è stata pari a 73, si può ipotizzare che anche quest’anno più o meno lo stesso numero di decessi si sia verificato. Ai 126 malati di Covid si possono sommare dunque i 73 per cause naturali. Ma per arrivare a 335 ne mancano ancora molti e sono quelli che, con ogni probabilità, sono morti a causa del Coronavirus ma che non sono stati sottoposti a tampone o comunque non conteggiati dalle statistiche ufficiali”.
Doppio bingo. Che fine hanno fatto i 1274 morti di Bergamo, si interrogava senza risposta il nostro Bianchini!? Ecco il passaggio cruciuale:
“Ebbene il risultato è che nella provincia (di Bergamo, ndr) intera i morti nel marzo del 2020 sono pari a 2917 cioè 2418 in più di quelli dello stesso mese di marzo dell’anno 2019, quando furono 499.
Ipotizziamo che questi 2418 decessi siano legati al coronavirus. Diversamente, avremmo dovuto avere circa 500 morti anche quest’anno. Quelli in più ce li ha regalati la pandemia. O no?
Bene, ora vediamo la tabella che invece segnala come decedute per coronavirus, in marzo 2020, nell’intera provincia, 1144 persone.
Ops, i numeri non ci tornano. E gli altri? Se sono morte in più 2418 persone e i decessi per coronavirus sono 1144, di cosa sono morti gli altri 1274 morti reali?”
Insomma, scrive in analogia il quotidiano del Torrazzo: “totale decessi a Cremona per Covid a 226, più del doppio rispetto al dato ufficiale. Dunque, in sintesi: da un anno all’altro i morti sono quasi quintuplicati e la stima dei morti per Covid è superiore al doppio rispetto al dato ufficiale. Lo stesso meccanismo si applica anche per Crema, dove lo scarto però è ridotto, e a Casalmaggiore (34 a 17, il doppio preciso). Le spiegazioni? Possono essere diverse, a partire dell’incidenza della casa di riposo fino alla densità di popolazione che può aver favorito la trasmissione del contagio”.
Tutte le ipotesi sono aperte. Certo è che la stampa si sta sostituendo nel fornire informazioni alle notizie che arrivano, o non arrivano, da chi dovrebbe esercitare un ruolo di controllo e monitoraggio. Se siamo arrivati al punto che per capirlo occorre fare giornalismo investigativo e avere il conforto scientifico di una società di analisi dei dati, tiriamo le somme: chi ci governa verso quale porto sicuro ci sta portando?
Photo by Vyacheslav Koval