“Covi di vipere” a Gemonio? Il naturalista Colombo smentisce la Prealpina

26 Giugno 2020
Lettura 4 min

Un interessante dibattito riporta al centro dell’attenzione la scienza, e la conoscenza. Il naturalista e fotografo Marco Colombo, sulla propria pagina fb commenta alcuni servizi giornalistici apparsi sul quotidiano di Varese, La Prealpina. Diamo spazio alla sua voce, preparata e autorevole, riportando il testo utile e divulgativo sul tema.

Marco Colombo, Naturalista e fotografo

Nonostante le mie email a questa testata giornalistica, non sono stati corretti i vari articoli che, complice l’estate e l’argomento di tendenza, sono apparsi almeno online, pieni di inesattezze e luoghi comuni, per cui ve li analizzo qui.

Articolo 1: https://www.prealpina.it/…/gemonio-avvistato-covo-di-vipere…

1) Il titolo “Covo di vipere avvistato a Gemonio” non ha biologicamente senso, perché le vipere non fanno covi. Quelli sono i delinquenti, i briganti e i quaranta ladroni.
2) L’occhiello “Cresce la paura” fa leva sugli istinti atavici di molte persone che non conoscono questi animali e li temono: non sarebbe meglio educare che fomentare?
3) Il sottotitolo “Gruppo di pericolosi rettili notato in collina, cresce l’ansia dei residenti” ribadisce un concetto che non c’è nell’etologia delle vipere e ancora fa leva sulla paura dei lettori
4) “Alcuni residenti nella parte collinare del paese hanno notato addirittura un gruppo di serpenti, per poi accorgersi che si trattava proprio di un covo di aspidi, della famiglia delle vipere, ma più lunghi e velenosi”: le vipere non si radunano e non fanno gruppi. Quanto è un gruppo? Se già due serpenti lo sono, allora può essere. Tre, al massimo. È possibile che qualche maschio in ritardo possa corteggiare una femmina, ma in collina questo è già accaduto alcune settimane fa e lo ritengo improbabile. L’altro momento in cui è possibile vederne più di una vicina all’altra è l’autunno, quando prima della latenza invernale questi animali si possono mettere tutti a prendere il sole fuori dall’ibernaculum, una spaccatura idonea a passare la brutta stagione e spesso condivisa anche da specie diverse. Ora vi sembra autunno? Ultima occasione in cui si possono vedere più vipere tutte insieme: appena dopo il parto. Le vipere non salgono sugli alberi per lanciare i piccoli in testa ai passanti, ma l’evento è molto difficile da osservare perché stanno in luoghi riparati, a fine estate.
Riassumendo, non essendo periodo di accoppiamenti, né di parti, né di latenza, difficile trovare assembramenti di vipere. Ma non finisce qui: vengono indicate come “aspidi, della famiglia delle vipere ma più lunghi e velenosi”. In Italia abbiamo 5 specie (Vipera aspis, Vipera berus, Vipera walser, Vipera ursinii e Vipera ammodytes) e il nome “aspide” è riferito alla prima, che è la vipera comune. Non è la più lunga né la più velenosa, e nella zona dell’articolo è presente con la sottospecie Vipera aspis francisciredi. Aspide è un nome desueto e poco utilizzato, ma sicuramente più impressionante.
5) Seguono racconti da accapponare la pelle, addirittura una vipera sarebbe stata trovata nella cassetta delle lettere: non è da escludere ma vorrei sottolineare come spesso le cassette vengano utilizzate dalle cince per nidificare, e questo può attirare serpenti innocui arrampicatori come biacchi e saettoni
6) “Si riconosce facilmente per la testa a triangolo, la lingua biforcuta e i cerchi sul corpo”: vorrei farvi notare che varie specie innocue, come natrice tessellata (Natrix tassellata) e natrice dal collare (Natrix helvetica) allargano apposta la testa se minacciate per farla sembrare triangolare; inoltre, la lingua bifida è comune a tutti i serpenti del mondo, penso lo sappiano pure i bambini, perché le due punte permettono di capire meglio la direzione da cui arrivano gli odori. Infine, la dicitura dei “cerchi sul corpo” non ha senso, se non probabilmente nel colubro ferro di cavallo (Hemorrhois hippocrepis), presente da noi solo a Pantelleria e in Sardegna. Se ci si riferisce allo zigzag, pattern dorsale tipico delle vipere, non è esclusivo di questi serpenti e presente anche in varie specie innocue.
7) La foto a corredo ritrae un innocuo biacco (Hierophis viridiflavus) che viene ovviamente etichettato come aspiTe

Articolo 2: https://www.prealpina.it/…/varese-serpenti-linvasione-conti…

1) Il titolo dice “Serpenti, l’invasione continua” e sembra tratto direttamente da una scena di “Planet of apes”. Più sotto cito testualmente “L’invasione dei rettili continua nel nostro territorio”, e mi immagino schiere di serpi con elmi, scude e lance che gridano alla pugna. Non esiste nessuna invasione.
2) L’animale in foto, indicato come “biscione”, è un saettone (Zamenis longissimus), simbolo della medicina: lo trovate nello stemma di farmacie e ambulanze
3) “Ma non a tutti è andata altrettanto bene: è il caso del giovane morso da una vipera durante un’escursione sul monte Poncione, in Valganna”: io non conosco il caso specifico e mi dispiace per la persona morsa, può capitare, auguro pronta guarigione. Vorrei però sottolineare come ultimamente facendo due passi nei boschi abbia visto una quantità spropositata gente in infradito, pantaloni corti, bambini non controllati, cani slegati… queste orde di individui totalmente inadatti alla sopravvivenza si muovono in stormi chiassosi, mettendo le mani nude ovunque e sedendosi a fare picnic sul margine delle radure, tra i rovi, proprio dove stanno i serpenti. A volte ciò che manca è l’educazione di base
4) “Probabilmente questa <<esplosione>> di avvistamenti di rettili, ma anche di uccelli di specie rare e di grandi mammiferi sempre più vicini alle abitazioni è anche un effetto del lockdown”, questa è la parte più divertente, professata anche in un altro articolo della stessa testata (https://www.prealpina.it/…/gazzada-schianno-serpenti-in-cas…): due mesi di stop delle attività umane avrebbero fatto crescere a dismisura le popolazioni di serpenti che NON nascono in quel periodo. Eventualmente, se proprio avesse avuto un effetto sui rettili (cosa che dubito) lo potremo vedere il prossimo anno.
Ma sono sicuro che le orde barbariche purtroppo stremate dal lockdown stiano invadendo, loro sì, le montagne, sterminando ogni essere strisciante, come vedo ripetutamente nelle foto di Facebook.
Si tratta di azioni illegali e perseguibili per legge! I serpenti oltre ad essere estremamente belli ed affascinanti sono utili per gli ecosistemi, e tengono sotto controllo le popolazioni di varie prede, incluse quelle dei roditori. Inoltre, proprio le vipere sono tra le specie più esigenti e possono essere usate come bioindicatori di buona qualità ambientale.

Scusate il papiro, spero lo abbiate letto fino a qui, ma credo che l’educazione ambientale e la protezione della natura siano fortemente legate al giornalismo: verificare le fonti, consultare esperti e non favorire la diffusione di notizie errate o paure infondate sono le chiavi per favorire la coesistenza e combattere l’ignoranza.

PS: evitate di continuare a commentare insultando questa o quella testata giornalistica, non è costruttivo. Se vedete articoli scritti male contattate le redazioni

www.calosoma.it

Photo by Andrew Neel 

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