Caso camici – Procura chiude indagini preliminari, secondo magistrati frode per tutelare immagine Fontana. Governatore: amareggiato

27 Luglio 2021
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 La Procura di Milano ha chiuso le indagini preliminari sul ”caso camici”, in cui è coinvolto il presidente della Regione Lombardia, Attilio FONTANA, insieme ad altre quattro persone, tra cui suo cognato Andrea Dini, proprietario della società Dama, e Filippo Bongiovanni, l’ex direttore generale della centrale acquisti regionale Aria. A loro i pm contestano di aver messo in atto una ”frode”, con ”artifizi concordati e messi in opera allo scopo di tutelare l’immagine politica del presidente FONTANA, una volta emerso il conflitto d’interessi derivante dai rapporti di parentela con” Dini. Per farlo – secondo i titolari delle indagini, Nicola Filippini, Luigi Furno e Carlo Scalas – i cinque indagati avrebbero tentato di ”simulare l’esistenza ab origine di un contratto di donazione in luogo di quello realmente stipulato di fornitura onerosa”. 

 “Sono molto amareggiato per le questioni di carattere morale e politico che emergono da questa vicenda e che rappresentano esattamente il contrario della verità. La verità è un’altra. Ho agito in modo tale che la Regione non subisse danni e per questo ho voluto ripristinare la prassi della donazione”. Lo ha scritto in una nota il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in relazione all’avviso di chiusura indagini, atto che di norma prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, per il cosiddetto caso camici. “Ho sempre detto perché mi sono mosso in quel modo: non volevo che la Regione avesse un esborso per dispositivi che ho sempre pensato fossero oggetto di donazione. È vero che ho favorito la donazione, ma in modo virtuoso, non perché fosse preordinato. Non c’è stata nessuna procedura preordinata da parte mia” ha aggiunto Fontana, indagato insieme ad altri per frode nella pubbliche forniture. “Non sono mai entrato su questioni aziendali dell’azienda di mio cognato. Il mio successivo interessamento aveva l’unico obiettivo di evitare che la Regione dovesse affrontare un esborso verso un mio familiare. Dimostrerò che quella teoria è completamente errata e che rappresenta il contrario della verità dei fatti” ha concluso il presidente lombardo. 

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